Grande partecipazione popolare, presente anche il cardinale Augusto Paolo Lojudice
MONTEPULCIANO. Ieri mattina (7 maggio), al termine della Santa messa celebrata dall’arcivescovo Augusto Paolo Lojudice, nella Parrocchia Sant’Egidio, a Gracciano, si è tenuta l’intitolazione della piazzetta davanti alla casa canonica a Don Valentino Felici, parroco della frazione di Gracciano, nel giorno in cui ricorre il 40° anno dalla sua scomparsa. Una cerimonia molto partecipata e molto voluta dalla comunità, che ha sempre ricordato Don Valentino con grande affetto.
Ad inaugurare la targa sono stati il sindaco di Montepulciano Michele Angiolini, assieme all’arcivescovo Lojudice e all’attuale parroco di Gracciano, Don Azelio Mariani. Presenti anche i nipoti e pronipoti di Don Valentino, il vice sindaco Alice Raspanti, l’assessore Monja Salvadori, il Maggiore Angelo Aliberto e il luogotenente Luca Doganieri dell’Arma dei Carabinieri.
“Don Valentino era una figura molto amata dalla sua comunità sia in quanto figura religiosa che per la sua attività sociale rivolta a tutta la popolazione – ha commentato il Sindaco Michele Angiolini – rendergli omaggio con questa intitolazione era un dovere, anche per andare incontro ad una esplicita richiesta che ci era arrivata dall’Agorà di Gracciano”.
Biografia. Valentino Felici nacque a Valiano il 7 agosto 1911. Frequentò i seminari di Montepulciano (ginnasio), di Pienza (liceo) e di Siena (teologia). Fu ordinato sacerdote dal vescovo Monsignor Emilio Giorgi il 4 aprile 1935 e fu subito inviato come cappellano a Valiano e a Sciarti. Il 1° ottobre 1937 fu nominato parroco alle Caggiole e il 1° ottobre 1941 fu nominato pievano di Gracciano. Qui profuse tutte le sue migliori doti di sacerdote, attirandosi la stima e l’affetto dei suoi parrocchiani. In occasione del suo 25° anniversario di sacerdozio fu nominato canonico onorario della Cattedrale. Don Valentino era dotato di una bellissima voce della quale aveva fatto un mezzo quanto mai efficace per il suo apostolato in parrocchia e anche in occasione di feste patronali o celebrative.
Durante il passaggio del fronte fu costretto dai tedeschi, insieme ad altri uomini del paese, a lavorare per riparare la conduttura dell’acqua rovinata da una bomba americana. Durante il lavoro, mentre il suono delle sirene annunciava un nuovo bombardamento, riuscì insieme agli altri ad allontanarsi con una fuga rocambolesca e a nascondersi per tutto il giorno in mezzo ai campi.
Negli anni del dopo guerra si dedicò alla costruzione degli attuali locali parrocchiali dotandoli di una vasta sala per il cinema, molto frequentata dai bambini e, in generale, dagli abitanti della frazione, e di stanze attigue per il circolo ACLI. Morì improvvisamente il 7 maggio 1983. La sua salma riposa nel cimitero di Gracciano in mezzo a quelle di molti suoi parrocchiani.
(Biografia redatta grazie al contributo di Don Azelio Mariani)