I cittadini hanno avuto la possibilità di approfondire su tutti gli argomenti cardine portati avanti dal Comitato per il Sì
RAPOLANO TERME. Ha sicuramente riacceso la passione tipica dei passaggi storici cruciali la discussione nel territorio di Rapolano sul referendum per la fusione con Asciano che avrà luogo il prossimo 11 novembre. In una assemblea pubblica organizzata dai membri locali del Comitato per il Sì ieri venerdì 21 settembre a Serre di Rapolano i cittadini hanno avuto la possibilità di approfondire su tutti gli argomenti cardine portati avanti dal Sì. La discussione è durata da poco dopo le 21 fino a quasi mezzanotte. Il primo a prendere la parola è stato Donato Ghezzi, uno dei promotori e firmatari della proposta di legge presentata a sua volta alla Regione Toscana, il quale ha tracciato con l’ausilio di diapositive tutte le ragioni e i vantaggi del Sì. Dopodiché sono cominciate subito le domande da parte del pubblico molto numeroso che non ha mancato di riempire i locali dell’ex asilo nido. Le domande vertevano sui grandi temi dell’appuntamento referendario: i finanziamenti pubblici conseguenti alla fusione, la partecipazione della gente a tutte le fasi della presentazione della richiesta di referendum, il nome del futuro comune e soprattutto il tema dell’identità. “Se per esempio si dice: Terme di Saturnia tutti sanno di che cosa si tratta anche se nessuno sa che la località termale è comune di Manciano” – ha detto Gianluca Scortecci che insieme a Paola Turchetti e Giuliano Civitelli rispondeva al pubblico per il Comitato favorevole alla fusione – “Io sinceramente non vedo pericoli per la nostra identità e per il brand legato al termalismo”. E per fugare per sempre questo tipo di timori Scortecci ha concluso: “Nel 1700 il Granducato di Toscana ha fuso forzatamente – e non democraticamente come nel nostro caso – Serre e Rapolano ma sfido qui chiunque a tutt’oggi ad affermare che i serrigiani abbiano smarrito la loro identità”.