USPP: "Colpendo noi, si umilia lo stato"
SAN GIMIGNANO. Un nuovo caso di violenza ai danni del personale di Polizia Penitenziaria scuote l’Istituto di pena Senese. A darne notizia è il segretario Regionale dell’USPP (Unione Sindacati Polizia penitenziaria, già UGL) Antonio Palmieri.
Nel pomeriggio del 3 ottobre, un detenuto appartenente al circuito Alta Sicurezza, per futili e pretestuosi motivi, ha dapprima inveito contro un giovane Agente per poi passare alle vie di fatto colpendo ripetutamente con dei pugni al volto il malcapitato il poliziotto.
I fatti si sono svolti durante l’attuazione della c.d. socialità, un’operazione legata al trattamento dei ristretti che da l’opportunità agli stessi, quotidianamente e per un tempo limitato, di lasciare materialmente la loro cella per recarsi in altra camera detentiva o per ospitare nella propria altri reclusi.
Proprio la scrupolosa applicazione delle regole di sicurezza durante gli spostamenti, pare abbiano infastidito a tal punto l’aggressore, da indurlo dapprima ad irridere il poliziotto con offese sulla sua persona e sul suo operato e poi ad intimargli arrogantemente di dargli precedenza nello spostamento rispetto agli altri detenuti della sezione.
Probabilmente irritato dall’assoluta imparzialità e professionalità tenuta nella circostanza dal giovane poliziotto, il malvivente ha atteso il suo turno e una volta fuori dalla sua cella, si è scagliato improvvisamente e con bieca violenza contro questi. L’agente prontamente soccorso, è stato successivamente condotto presso il locale Pronto Soccorso per le cure del caso. Ne avrà per alcuni giorni.
“Dopo i casi di aggressione registrati in estate e nel mese di settembre – dichiara il segretario regionale dell’ USPP Antonio Palmieri – questa triste conta sembra non avere fine. Offese, provocazioni, intimidazioni, umiliazioni, sono oramai all’ordine del giorno. Un’ottusa e spavalda tracotanza animata sempre più spesso da un senso d’impunità diffuso”.
Vincenzo Benigno, neosegretario provinciale della USPP aggiunge: “La Casa di Reclusione di San Gimignano negli ultimi anni ha vissuto significativi cambiamenti legati alla tipologia detentiva passata da media ad alta sicurezza. A fronteggiare con coraggio la crescente arroganza crinale alimentata da un senso d’impunità conclamato dei reclusi, giovani Agenti Penitenziari con una media di anni di servizio che va, nella migliori delle ipotesi, da 1 a 4 anni.
“Colpendo questi ragazzi in divisa – conclude la nota il segretario Palmieri- si umilia lo Stato, le sue Istituzioni e le sue regole. L’immobilismo e la tolleranza comunque e a prescindere nei confronti di tali episodi, non sono certo le migliori premesse scongiurare il loro ripetersi. L’assenza di opportuni interventi sanzionatori nei confronti dei colpevoli di tali inqualificabili gesti, non può far altro che alimentarne nell’immaginario collettivo della popolazione detenuta un senso d’impunità con inimmaginabili conseguenze. Occorrerà forse piangere la scomparsa di qualche nostro collega affinché il DAP ( Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) prenda atto dello stato delle cose a San Gimignano e intervenga?!”.