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MONTERONI D'ARBIA. Una petizione per raccogliere le firme e chiedere al Parlamento di modificare la legge sul riutilizzo dei beni confiscati alla mafia e al Prefetto di Siena di battersi affinchè Suvignano possa essere utilizzata dagli enti locali per scopi sociali. E’ questa l’iniziativa che intende adottare il Partito democratico di Monteroni d’Arbia per impedire la vendita con asta pubblica dell’azienda agricola confiscata alla mafia nell’aprile del 2007 e al centro di un progetto di riutilizzo sociale che vede coinvolte la Regione Toscana, la Provincia di Siena e il Comune di Monteroni d’Arbia.
“Per l’ennesima volta – si legge nel testo della petizione – il governo si mostra incapace di reperire risorse in maniera programmata e con interventi strutturati, preferendo cercare di fare cassa attraverso interventi straordinari come lo scudo fiscale, i condoni, la vendita di beni di pregio e mettendo in vendita, come in questo caso, immobili confiscati alla mafia che rischiano di tornare nelle mani di coloro a cui erano stati tolti. La coscienza della pericolosità di questa norma – continua il testo – è trasversale alle forze politiche e lo stesso ex ministro dell’interno, Beppe Pisanu, attualmente presidente della Commissione antimafia, ha riconosciuto che la norma è sbagliata, oltre che pericolosa”.
“Tutti i cittadini monteronesi e della provincia di Siena – continua ancora il Pd di Monteroni d’Arbia – devono essere consapevoli che questa non è una mera battaglia per l'acquisizione di un bene patrimoniale. In ballo c'è la questione della legalità, che non riguarda solo i cittadini del nostro territorio. Il messaggio che vogliamo lanciare è che i beni confiscati alla mafia devono essere riutilizzati per scopi sociali ed educativi, senza rischiare che cadano nuovamente in mani sbagliate. Per questo motivo, riteniamo opportuno che nei criteri di assegnazione vengano valutate le progettualità di coloro che intendono farsi carico del bene e che su queste tematiche si sentano coinvolti tutti i cittadini toscani. Ogni battaglia per la legalità, affinchè abbia successo – conclude il testo della petizione – deve essere combattuta dalle istituzioni in punta di diritto, con fermezza e continuità, con tutti gli strumenti a disposizione, e deve vivere ed essere sostenuta dalla popolazione e dalla società civile con tutte le sue articolazioni politiche ed associative”.
“Per l’ennesima volta – si legge nel testo della petizione – il governo si mostra incapace di reperire risorse in maniera programmata e con interventi strutturati, preferendo cercare di fare cassa attraverso interventi straordinari come lo scudo fiscale, i condoni, la vendita di beni di pregio e mettendo in vendita, come in questo caso, immobili confiscati alla mafia che rischiano di tornare nelle mani di coloro a cui erano stati tolti. La coscienza della pericolosità di questa norma – continua il testo – è trasversale alle forze politiche e lo stesso ex ministro dell’interno, Beppe Pisanu, attualmente presidente della Commissione antimafia, ha riconosciuto che la norma è sbagliata, oltre che pericolosa”.
“Tutti i cittadini monteronesi e della provincia di Siena – continua ancora il Pd di Monteroni d’Arbia – devono essere consapevoli che questa non è una mera battaglia per l'acquisizione di un bene patrimoniale. In ballo c'è la questione della legalità, che non riguarda solo i cittadini del nostro territorio. Il messaggio che vogliamo lanciare è che i beni confiscati alla mafia devono essere riutilizzati per scopi sociali ed educativi, senza rischiare che cadano nuovamente in mani sbagliate. Per questo motivo, riteniamo opportuno che nei criteri di assegnazione vengano valutate le progettualità di coloro che intendono farsi carico del bene e che su queste tematiche si sentano coinvolti tutti i cittadini toscani. Ogni battaglia per la legalità, affinchè abbia successo – conclude il testo della petizione – deve essere combattuta dalle istituzioni in punta di diritto, con fermezza e continuità, con tutti gli strumenti a disposizione, e deve vivere ed essere sostenuta dalla popolazione e dalla società civile con tutte le sue articolazioni politiche ed associative”.