"Lo smaltimento dei fanghi di risulta diventa un business orientato alla massimizzazione del profitto"
CHIUSI. Da Partito Comunista riceviamo e pubblichiamo.
“Una cavia europea: ecco cosa sarà il territorio di Chiusi se la realizzazione dell’impianto di “carbonizzazione idrotermale” dovesse essere autorizzata, con disastrose conseguenze ambientali e sanitarie, alle quali il Partito Comunista guarda con grande preoccupazione.
Chiusi e tutto il territorio si troverebbero a subire le conseguenze di un impianto pressochè sconosciuto, in Europa, quanto a tecnologia ed impatto sanitario/ambientale! Il processo termo-chimico della “carbonizzazione idrotermale” porta alla presenza, nella frazione/matrice solida (hydrochar) di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) che sono cancerogeni e dei COV (Composti Organici Volatili) , N (azoto) e Z (zolfo) che, data l’incontestabile eterogeneità dei fanghi in arrivo (mescolati e con elementi chimico-fisico diversi), subiranno influenza sull’aumento smisurato della carica tossica. Quindi, l’impianto in questione produrrà tali inquinanti in notevoli quantità (data la potenzialità di trattamento di 80.000 t/a di fanghi di risulta dalla depurazione delle acque reflue) elementi tossici per la salute dell’uomo, degli animali e per l’ambiente circostante. Lo abbiamo spiegato nella nostra iniziativa tenutasi a Chiusi, lo hanno ben spiegato i comitati. Ci permettiamo, però, di fare una piccola riflessione politica: lo smaltimento dei fanghi di risulta dalla depurazione delle acque reflue, diventa un business a tutti gli effetti ed è orientato in relazione alla capacità di massimizzazione del profitto (Acea è una grande società privata, il paradosso e che l’attuale sistema pubblico supporta e finanzia tale società) e non in relazione alle esigenze dei lavoratori, della cittadinanza e della salvaguardia ambientale. Ovunque le ricadute ambientali sono costi scaricati sulla collettività. Il sistema ha posto al suo servizio la scienza e la tecnica, impedendo lo sviluppo di tecnologie più sostenibili ove queste si pongano in conflitto con i profitti privati. L’enorme progresso scientifico della nostra epoca potrebbe essere indirizzato verso le reali sfide dell’umanità, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di milioni di persone e la sostenibilità della nostra esistenza rispetto all’ambiente in cui viviamo. Il progresso della scienza e delle capacità dell’uomo consentirebbe oggi la soluzione di gran parte dei problemi che affliggono l’uomo e l’ambiente.
Riteniamo che l’esperimento del Carbonizzatore a Chiusi sia solo un apripista per costruire impianti del genere su tutto il territorio Nazionale ed Europeo, ci rendiamo conto del giro d’affari che si creerebbe? I Comuni saprebbero ove far convogliare i fanghi, Governo e Regioni avrebbero risolto un problema difficile, l’azienda incaricata guadagnerebbe cifre da capogiro, chi avrebbe tutto da perdere siamo noi! Abbiamo letto su alcune testate giornalistiche che il fronte del NO avrebbe già vinto (solo dopo un confronto), vogliamo ricordare che la Commissione nominata dalla Regione Toscana ha solo il compito di analizzare i confronti tra le parti e riportare poi la relazione al consiglio regionale Toscano che deciderà in merito… Pare strano che la maggior parte dei Partiti all’interno dello stesso, non sapessero nulla del Carbonizzatore…Pare strano ma purtroppo il peso e gli interessi dei gruppi privati superano di gran lunga l’interesse pubblico che viene piegato ai di loro interessi e corrotto. E’ un modello insostenibile per il futuro dell’umanità. Partecipate all’ultimo confronto, Sabato 30 Novembre ore 15.30 al Teatro Mascagni a Chiusi, ci saremo anche noi per spiegare che solo lottando si può crescere. Per questo però è necessaria consapevolezza e il rifiuto di ogni falsa contrapposizione, alimentata scientificamente dal sistema attuale, tra ambiente e lavoro.
La vera contraddizione è tra ambiente e profitto.