di Andrea Pagliantini
CASTELNUOVO BERARDENGA. Nella recente due giorni “Castelnuovo della storia e dell’arte“, oltre un centinaio di persone hanno potuto visitare la “Città proibita” della Berardenga, ovvero la Villa Chigi Saracini, così come si trova allo stato attuale: un luogo splendido, ma privo di manutenzione, di prospettive future, di un minimo spiraglio per un’apertura costante, spazio e volano di idee che non girano.
La statua di Giuseppe Verdi, fra le tante di altri sublimi musicisti realizzate dallo scultore senese Vico Consorti, ne è un po’ l’emblema.
Lo sguardo del grande musicista nel pieno degli anni, rivolto verso il basso, a osservare non tanto quanto la sua vena artistica e sensibilità gli hanno permesso di comporre e rendere immortali le sue opere, quanto il cespuglio di edera che gli sta crescendo ai piedi.
Una pianta che non disdegna di farsi largo con le proprie radici, minando la stabilità di edifici interi, quanto il silente abbandono, quanto quel marmo, una volta bianco, abbia cambiato colore, rendendo verde (e grigio) il cappotto del compositore, immerso in un forte stato di abbandono e di depressione.