“Lo studio – continua Agnorelli – era un impegno che la Regione Toscana si era assunta nel protocollo d’intesa firmato nel 2007 sullo sfruttamento della risorsa geotermica per escludere pericoli di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo legati allo svolgimento dell’attività geotermica e garantire, in primo luogo, la salute dei cittadini che abitano in queste zone. La ricerca condotta dall’Agenzia regionale della sanità è stata condotta con un metodo condiviso insieme agli enti locali interessati, attraverso un confronto fra dati ambientali e sanitari riferiti agli abitanti dei Comuni geotermici toscani e a un campione di cittadini che vivono in altre zone della regione. I risultati non hanno messo in evidenza particolari differenze, tranne alcuni legami con le attività minerarie svolte per tanti anni in Amiata”.
“La ricerca dell’Agenzia regionale della sanità – aggiunge ancora Agnorelli – amplia gli studi condotti negli anni scorsi dall’Asl di Siena con il Centro per lo studio e la prevenzione oncologica e con l’Istituto superiore di sanità e segue, a distanza di circa due anni, la ricerca effettuata dall’Università di Siena che ha registrato la non interferenza tra i fluidi geotermici e la falda acquifera dell’Amiata. Questi studi commissionati dalla Regione, insieme a quelli già presentati e a quelli in corso, devono essere visti come ulteriori garanzie e vantaggi per i cittadini e per i nostri territori, in termini di verifiche ambientali e sanitarie, accanto al sostegno a opere e investimenti attesi da tempo, come il nuovo termodotto, che sarà costruito da Enel e poi ceduto al Comune e che sostituirà la vecchia centrale Pc2, ormai obsoleta e di alto impatto ambientale. Enel si è impegnato a completare l’opera entro il 2010 e fra il 2010 e il 2011 avremo l’infrastruttura a regime. Inoltre, Enel doterà le altre centrali di nuove tecnologie in termini di impatto ambientale e di riduzione delle emissioni”.
“Per quanto riguarda il recente decreto legislativo 22/10 sulla ricerca e la coltivazione di risorse geotermiche – conclude Agnorelli – ribadiamo la necessità di riconoscere agli enti locali la piena podestà decisionale sulla concessione dei permessi e la garanzia del rispetto delle legittime aspettative delle comunità locali, senza alcuna strumentalizzazione sulla vita e sul futuro dei cittadini che vivono in aree geotermiche”.