
CASTELNUOVO BERARDENGA. (a. p.) “L’anticiclone di Villa a Sesta” ha protetto dalle intemperie anche
questa bella iniziativa che ha coinvolto le quinte classi del Sarrocchi di Siena, con gli studenti che si sono arrampicati sul “Sentiero di Bubi”, verso quel capanno nel bosco in cui la famiglia Anati trovò rifugio nel freddo inverno a cavallo fra il 1943 e il 1944 e che permise loro di salvarsi dalle persecuzioni razziali
naziste, con gli abitanti del luogo che si prodigarono per nasconderli e
rifornirli di cibo.
Una famiglia di otto persone (quattro adulti e quattro bambini nascosta
in un bosco proprio in faccia al paese), che ha vissuto mesi in un ricovero di fortuna, prima che finisse la follia e il mondo tornasse un po’ più normale.
I professori Fabio Mugnaini e Riccardo Bardotti hanno spiegato davanti al rifugio il contesto storico dell’epoca; Tamar Tal Anati ha narrato le riprese del film e la ricerca del bosco da parte dei fratelli Anati, ben settanta anni dopo lo svolgimento dei fatti, mentre i volontari del Gruppo Escursionisti della Berardenga hanno garantito la scalata e la discesa in sicurezza.
Dopo il pranzo preparato dai volontari del circolo, è
intervenuto (in video) il ragazzo tredicenne del 1943 e ora prossimo ai
95 anni, Emanuele Anati (stimato professore di archeologia), che ha
raccontato quel vivere nel bosco per sfuggire alle persecuzioni e della
voglia di rimuovere e non parlare di quella storia per oltre mezzo secolo.
Si è congedato con un monito a tutti i presenti: “Bisogna sempre lottare
contro le ingiustizie e fare in modo di creare un mondo migliore”.
E come scrive Paola Valenti (presidente del Circolo ARCI di Villa a
Sesta): “Una giornata per non dimenticare… come ha detto più volte la senatrice Liliana Segre, dobbiamo combattere l’indifferenza e ricordare.
Il giorno della Memoria, quindi, non è soltanto una ricorrenza, ma è un
monito ad una costante e continua vigilanza. Memoria e vigilanza contro ogni razzismo, contro ogni sopruso, per evitare che ancora una volta possa accadere”.