La fauna selvatica sta trasformando il paesaggio: rabbia e disperazione degli agricoltori a Badesse
MONTERIGGIONI. La Val d’Orcia con gli ovini al pascolo e con i suoi campi di grano che campeggiano nelle cartoline e nel film il Gladiatore, l’immagine delle magnifiche bianche Chianine allevate allo stato brado fanno parte di quel paesaggio umanizzato della bassa Toscana che sta scomparendo.
Ma agricoltori, allevatori e cacciatori non si rassegnano: il gruppo spontaneo “L’unione fa la forza”, la cui anima è una donna, Sara Moscadelli, responsabile del gruppo insieme a Gianluca Nardi e Mario Mori, ha recentemente chiesto e ottenuto un incontro con le istituzioni per discutere delle problematiche relative agli allevamenti di ovini e bovini decimati dai lupi e dei notevoli danni alle colture causati dagli ungulati (cinghiali e caprioli).
Sara cerca di difendere il gregge di pecore che ogni giorno impegna duramente la sua famiglia nel pascolo o nella mungitura e incarna la fotografia dell’allevatore e dell’agricoltore chesi sente “prigioniero” di una assurda burocrazia e di leggi (europee, nazionali e regionali) che difendono un mondo idilliaco immaginario: quello degli “animalisti a tutti i costi” dove possano regnare lupo e animali selvatici, simile a quello di decine di secoli fa.
Ecco perché “L’unione fa la forza” ha deciso di convocare Gian Marco Centinaio, nuovo ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, che si è presentato lo scorso 3 luglio all’appuntamento organizzato a Badesse, frazione del comune italiano Monteriggioni, in provincia di Siena. Nell’incontro con il ministro dell’Agricoltura organizzato dalla Lega, agricoltori, allevatori, cacciatori e professionisti hanno potuto liberamente testimoniare la situazione in cui si trova il settore agricolo.
Al ministro Centinaio sono state anche mostrate le immagini dello scempio che i lupi riescono a fare ad una vacca partoriente o a delle inermi pecore, immagini cruente che testimoniano come allevamento e lupi siano incompatibili.
In Toscana, come del resto in molte regioni italiane, le stime ufficiali (le ufficiose parlano di stime ben più alte) parlano di una popolazione di selvatici insostenibile.
Da un’indagine conoscitiva della Regione risulta che gli attacchi denunciati dagli allevatori dal 2014 al 2016 sono stati oltre 1.500 senza contare coloro che hanno smesso di denunciare ben sapendo di non ricevere aiuti e che l’80% degli attacchi si è concentrato nelle province di Siena e Grosseto.
Nel 2015 è stato valutato in 109 il numero dei branchi di lupi (che equivalgono, approssimativamente, a circa 600 esemplari) e 22 branchi di ibridi (incroci con cani randagi) per i quali non è previsto alcun rimborso da parte dello Stato, proprietario dei lupi ma non degli ibridi. Nel 2018 le stime ufficiose parlano del 60% di ibridi.
Come ha evidenziato il Consigliere Regionale Roberto Salvini, senza un intervento immediato e deciso da parte del governo la situazione rischia di precipitare in tempi brevi. Attualmente lo Stato sembra in preda ad una sorta di schizofrenia per cui da un lato si finanzia a piene mani l’incremento degli animali selvatici e, dall’altro, si dovrebbero pagare i danni provocati dagli stessi.
I partecipanti hanno evidenziato che sarebbe opportuno invece risarcire interamente i danni causati da un animale che, oltre ad essere come tutti i selvatici di proprietà dello Stato, è anche protetto da leggi speciali; smettere di raccontare la favola del lupo buono che ristabilisce, in un contesto fortemente antropizzato, equilibri naturali non più proponibili; garantire agli agricoltori il diritto di sopravvivere, non solo per loro, per le loro aziende e per le loro famiglie, ma anche per il bene del territorio tutto e dell’intera collettività.
Dagli interventi è risultato evidente come non esistano attualmente efficaci misure di difesa passiva (recinti e cani) e la incontrollata presenza di fauna selvatica, oltre ai danni alle colture e agli allevamenti e al preoccupante aumento delle parassitosi, è controproducente anche per un settore di primaria importanza come il turismo che, inevitabilmente ne risente.
In seguito all’incontro Gian Marco Centinaio, che ricopre anche la carica di ministro del Turismo, si è impegnato a portare all’attenzione del Governo centrale i problemi evidenziati lavorando insieme al Ministro dell’Ambiente al fine di ottenere risultati che possano essere di aiuto alla sopravvivenza di un settore così importante per il territorio toscano.