ABBADIA SAN SALVATORE. La richiesta di riconoscimento, da parte del Governo, della piena podestà decisionale delle autonomie locali sulla concessione dei permessi di ricerca e di coltivazione delle risorse geotermiche e la garanzia del rispetto delle legittime aspettative delle comunità locali su questo fronte, sollecitando l’intervento della Regione Toscana e della Provincia di Siena per sospendere ogni iter autorizzativo in corso. E’ quanto chiede, in sintesi, il gruppo consiliare Centrosinistra Uniti per Abbadia nell’ordine del giorno che presenterà lunedì 27 settembre in consiglio comunale, ribadendo la propria contrarietà ai contenuti del decreto legislativo numero 22 del febbraio 2010 in materia di geotermia, recentemente convertito in legge.
“Lo scorso mese di agosto – si legge nell’ordine del giorno – la società Sorgenia geothermal srl ha presentato una richiesta di permesso di ricerca geotermica ai comuni di Abbadia San Salvatore, Radicofani e Castiglione d’Orcia. La giunta comunale badenga ha espresso immediatamente la sua contrarietà trasmettendo documenti formali alle autorità competenti e informando le associazioni di categoria, i sindacati dei lavoratori e tutti i gruppi consiliari. Il decreto legislativo 22/10 approvato dalla maggioranza che governa il Paese, Pdl e Lega Nord – continua l’ordine del giorno – contiene norme che superano le volontà degli enti locali, e quindi anche del Comune di Abbadia, e prevede che i permessi di ricerca possano essere presentati direttamente alla Regione, con il solo obbligo di informarne i Comuni interessati. Il decreto, inoltre, prevede la concessione dei permessi per ricerche su aree fino a 300 km quadrati, pari all’intero territorio dell’Amiata, con una durata di 4 anni e la possibile proroga per un biennio. Se il giacimento viene definito di interesse nazionale, può significare la realizzazione di un impianto di produzione superiore ai 30 megawatt, classificato come di pubblica utilità e, quindi, soggetto ad espropri, e una coltivazione geotermica della durata di 30 anni”.
“La vicenda dello sfruttamento di risorse geotermiche – afferma la nota del gruppo Centrosinistra Uniti per Abbadia – ha dato vita a una forte discussione politica sul tema e negli ultimi anni alcuni partiti, propagandando la vicinanza al territorio, hanno tentato di strumentalizzare il movimento di contestazione alla geotermia. L’esempio più evidente è stata la visita della commissione ambiente della Camera, presieduta dall’onorevole della Lega Nord Alessandri poco prima delle elezioni amministrative del 2009. In quella occasione, lo stesso Alessandri aveva promesso ai cittadini e ai comitati contro la geotermia di seguire il monitoraggio delle concessioni, la legge sul controllo delle emissioni e l’autonomia gestionale degli enti locali come unici decisori dei destini del proprio territorio. Questo non è avvenuto e la Lega Nord ha votato a favore del decreto, azzerando, di fatto, la podestà decisionale dei Comuni”.
“Lo scorso mese di agosto – si legge nell’ordine del giorno – la società Sorgenia geothermal srl ha presentato una richiesta di permesso di ricerca geotermica ai comuni di Abbadia San Salvatore, Radicofani e Castiglione d’Orcia. La giunta comunale badenga ha espresso immediatamente la sua contrarietà trasmettendo documenti formali alle autorità competenti e informando le associazioni di categoria, i sindacati dei lavoratori e tutti i gruppi consiliari. Il decreto legislativo 22/10 approvato dalla maggioranza che governa il Paese, Pdl e Lega Nord – continua l’ordine del giorno – contiene norme che superano le volontà degli enti locali, e quindi anche del Comune di Abbadia, e prevede che i permessi di ricerca possano essere presentati direttamente alla Regione, con il solo obbligo di informarne i Comuni interessati. Il decreto, inoltre, prevede la concessione dei permessi per ricerche su aree fino a 300 km quadrati, pari all’intero territorio dell’Amiata, con una durata di 4 anni e la possibile proroga per un biennio. Se il giacimento viene definito di interesse nazionale, può significare la realizzazione di un impianto di produzione superiore ai 30 megawatt, classificato come di pubblica utilità e, quindi, soggetto ad espropri, e una coltivazione geotermica della durata di 30 anni”.
“La vicenda dello sfruttamento di risorse geotermiche – afferma la nota del gruppo Centrosinistra Uniti per Abbadia – ha dato vita a una forte discussione politica sul tema e negli ultimi anni alcuni partiti, propagandando la vicinanza al territorio, hanno tentato di strumentalizzare il movimento di contestazione alla geotermia. L’esempio più evidente è stata la visita della commissione ambiente della Camera, presieduta dall’onorevole della Lega Nord Alessandri poco prima delle elezioni amministrative del 2009. In quella occasione, lo stesso Alessandri aveva promesso ai cittadini e ai comitati contro la geotermia di seguire il monitoraggio delle concessioni, la legge sul controllo delle emissioni e l’autonomia gestionale degli enti locali come unici decisori dei destini del proprio territorio. Questo non è avvenuto e la Lega Nord ha votato a favore del decreto, azzerando, di fatto, la podestà decisionale dei Comuni”.
“Sulla base di quanto contenuto nel decreto e delle ripercussioni che la sua applicazione potrebbe avere sul territorio badengo – conclude la nota – chiediamo alla Regione Toscana e alla Provincia di Siena di attivarsi per garantire le legittime aspettative delle comunità locali sui permessi di ricerca e di coltivazione delle risorse geotermiche, sospendendo ogni iter autorizzativo in corso. Chiediamo, inoltre, al Ministero competente e al Parlamento italiano di concedere alle autonomie locali la piena podestà decisionale nell’iter di concessione di ricerca ed esplorazione nel proprio territorio”.