ABBADIA SAN SALVATORE. Il paese amiatino rafforza il suo legame con Gerusalemme con un gemellaggio che unisce la Chiesa del Santissimo Salvatore della Città Santa, l’Abbazia del Santissimo Salvatore del paese badengo ed il Comune. La cerimonia ufficiale si è svolta nei giorni scorsi ad Abbadia, in occasione della messa in rito gregoriano celebrata nell’ambito della Festa medievale e ha visto la firma simbolica di una pergamena da parte di Padre Ibrahim Faltas, frate francescano parroco di Gerusalemme, Padre Amedeo, dell’Abbazia del Santissimo Salvatore di Abbadia e di Lorenzo Avanzati, sindaco del paese badengo. Nel corso della cerimonia, Padre Amedeo ha donato a Padre Ibrahim Faltas una reliquia di San Marco Papa, Santo Patrono di Abbadia San Salvatore, ricevendo, in cambio, l’invito a recarsi a Gerusalemme per ripetere la manifestazione che ha sancito il gemellaggio.
“Il gemellaggio – spiega Lorenzo Avanzati – è nato in maniera spontanea, come segno di ringraziamento di Padre Ibrahim Faltas all’impegno di Abbadia San Salvatore nel progetto ‘Children without borders’, che ha coinvolto il nostro Comune e la Provincia di Siena nella promozione di un corso di formazione per allenatori di calcio e di basket rivolto a ragazzi palestinesi. Nei giorni scorsi Padre Ibrahim è venuto ad Abbadia per incontrare e ringraziare tutti coloro che hanno collaborato e contribuito alla riuscita del progetto. E’ rimasto favorevolmente colpito dalla festa medievale organizzata nel nostro centro storico, ricca di costumi tradizionali e di riscoperta delle tradizioni locali, e ha proposto di celebrare la manifestazione nella città vecchia di Gerusalemme, legandola alla rievocazione di momenti storici importanti per la Città Santa”.
“Il progetto ‘Children without borders’ – aggiunge Avanzati – si è inserito nell’ambito del programma più ampio “Terre di Toscana: strumenti per la pace”, che ha coinvolto istituzioni e associazioni che operano in Amiata e ValdiChiana, con il sostegno fondamentale della Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza, guidata da Monsignor Rodolfo Cetoloni. L’obiettivo che ci siamo posti è stato quello di favorire l’incontro tra culture diverse attraverso lo sport, soprattutto quello di squadra, per creare occasioni di socializzazione rivolte a bambini e ragazzi. L’idea alla base del progetto, infatti, è quella di riuscire ad esportare simili iniziative in zone difficili, come la Palestina, appunto. Siamo molto soddisfatti della riuscita di questa iniziativa, che ha suscitato profondo interesse nei ragazzi palestinesi, al punto che molti di loro, una volta tornati in Palestina, hanno già iniziato a mettere in pratica quanto appreso ad Abbadia San Salvatore. A questo proposito, colgo l’occasione per ringraziare anche la Mens Sana Basket e l’A.C. Siena per la collaborazione prestata al progetto”.
“Il progetto – conclude Avanzati – ha rappresentato un momento di crescita culturale anche per tutta la comunità badenga e andrà avanti, ponendo sempre in primo piano i bambini ed i ragazzi. Il prossimo anno altri ragazzi palestinesi verranno ad Abbadia e cinque giovani badenghi si recheranno in Palestina per avviare progetti sportivi di vario genere, secondo lo spirito di questa iniziativa”.