Il Comitato antifusione dice "Perdona loro perché non ssanno quello che fanno"
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TORRITA DI SIENA/MONTEPULCIANO. Lunedì 8 gennaio abbiamo assistito, come sempre, ai lavori della Commissione speciale per la fusione costituita da consiglieri torritesi e poliziani che si è svolta, ancora una volta, a Montepulciano nella sala del Consiglio. La convocazione è fissata per le ore 18:30. Alle ore 19, come nelle altre occasioni, manca il numero legale per iniziare. Parte il solito patetico giro di affannose telefonate per convincere qualcun’altro a partecipare. Ore 19:15 circa: trovato!!! Arriva trafelato l’uomo della provvidenza che fa numero e consente di cominciare.
La prima cosa evidente è che sono presenti solo i consiglieri di maggioranza, più un altro consigliere poliziano, solo apparentemente di minoranza. In realtà si tratta del portavoce del Comitato per il SI alla fusione di Montepulciano. Alla faccia della massima rappresentatività…
I consiglieri della vera opposizione sono tutti assenti, da ambo i lati. Hanno visto che dovranno discutere su un programma elettorale e non su uno studio di fattibilità, per cui hanno preferito prenderne le distanze.
Inizia la lettura del documento precedentemente elaborato. Già il nome è indicativo: “valutazioni politiche-programmatiche sull’ipotesi di fusione”. Uno dei consiglieri più scaltri giudica il titolo inappropriato rispetto a quello che avevano annunciato di dover fare e, con il primo emendamento, propone di cambiare il titolo con “Analisi sull’ipotesi…..”.
Immediatamente, dal banco di destra, dove seggono i torritesi (ma che aspirano a diventare poliziani), si alza una “Graziosa” voce che chiede: “Si vota?” Come si dice dalle nostre parti, “ma che ti prudono le mani? Cos’è questa smania di votare e fare presto?” Ovviamente lo zittiscono dai banchi di sinistra dove siedono i poliziani (ma che aspirano a diventare megapulcianesi); è presto, prima vanno valutati tutti gli altri emendamenti, poi si vota.
Una volta cambiato il titolo, tutto procede liscio. Tolta l’impressione che il documento in realtà sia un programma politico, qualunque cosa vi si scriva, diventa inoppugnabile. Peccato che la frase “valutazioni politiche-programmatiche” si ritrovi decine di volte nel testo, ma, tanto, si sa, la gente si fida e non legge…. Gli altri emendamenti hanno il peso del 2 di briscola: si sostituisce la parola templi con “luoghi di culto” e poco di più. Per gettare un po’ di fumo negli occhi viene anche deciso di inserire qualche aspetto negativo della fusione. La coltre di fumo, però, non dovrà essere troppo fastidiosa, per cui ci si limita a segnalare “i problemi relativi alla gestione transitoria del passaggio dai due Comuni al Comune Unico”. Nella versione originale non era prevista nessuna criticità!
Viene attivato un complicato collegamento web con ANCI e si procede con la dettatura a distanza di quanto fatto. Quindi: i cittadini hanno pagato ANCI per fare uno studio imparziale sulla fattibilità di fusione; ANCI fa una prima parte di studio e la presenta alle amministrazioni; lo studio è inadeguato allo scopo poiché è evidente la non fattibilità in termini di numeri, soprattutto per quanto concerne le tasse; le commissioni speciali per la fusione ne fanno uno ad hoc e lo dettano all’imparziale ANCI……..
L’atmosfera è surreale: 10 persone 10 vorrebbero decidere il futuro di due comunità. Non partecipano neanche i componenti stessi della commissione e si raggiunge il numero minimo legale in maniera faticosa e solo dopo suppliche telefoniche.
Il prodotto finale è uno spot promozionale scopiazzato in qua e là e non uno studio equilibrato e competente. I cittadini non lasceranno decidere il destino dei loro Comuni a degli svogliati replicanti!