Il sindaco di Chianciano: "Come si può parlare di fusione senza un minimo progetto di territorio? "

CHIANCIANO TERME. La posizione del Sindaco di Chianciano Terme Andrea Marchetti sulla fusione tra i Comuni di Chianciano Terme e Chiusi è chiara: “Non si può parlare di fusione senza un progetto di territorio”. Il Sindaco Marchetti evidenzia tutta la sua perplessità in merito al rilancio della proposta, fatto in questi giorni l’ex Sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli, in occasione della Festa dell’Unità di Chiusi Scalo.
«Quanto si legge ultimamente sulla stampa – afferma il Sindaco di Chianciano Terme, Andrea Marchetti – ci lascia alquanto perplessi. Come si può parlare di fusione senza un minimo progetto di territorio alle spalle? I “piccoli campanili”, come ormai più volte affermato in passato, rappresentano la parte sana di un’Italia che lotta, che sa di potercela fare e che ce la farà. In un momento di recessione economica come quello che stiamo vivendo gli Enti Locali possono dare un contributo molto importante rispetto a quella che deve essere la risposta della politica ai problemi quotidiani. Da qui l’importanza dell’esistenza, anche nelle piccole comunità, del “municipio”, quale “casa dei cittadini” (troppo spesso intesi come semplici contribuenti!!!) punto di riferimento per le persone in difficoltà, luogo nel quale si sente la presenza dello Stato, ultimo avamposto in difesa delle istituzioni e dell’identità locale. Piccoli centri dove il sindaco, gli assessori, i consiglieri, sono persone che si “rimboccano le maniche” per il bene della comunità».
«La promessa di forti incentivi economici non è sufficiente a giustificare una fusione – prosegue Marchetti -. Tra qualche anno, quando gli incentivi si esauriranno e i nuovi comuni, vasti per territorio, disomogenei, distanti e comunque ancora piccoli in termini di popolazione, dovranno reggersi sulle proprie forze cosa accadrà? La fusione tra Chiusi e Chianciano Terme porterà davvero alla nascita di nuove imprese e alla ripresa del settore turistico? E’ accaduto questo nei pochi Comuni che ad oggi si sono fusi? Oppure le fragilità e le difficoltà sono rimaste e rimarranno fragilità e difficoltà e la periferia è diventata e diventerà ancora più periferia? Non è che dietro a questa forte spinta alle fusioni c’è la previsione di un ridimensionamento dei servizi non gestiti direttamente dal Comune quali Caserma dei Carabinieri, plessi scolastici, centri poliambulatori, poste, ecc…?»
«“Sviluppare un piano significa mettere nero su bianco la sequenza di eventi che devono accadere affinché tu riesca a centrare il tuo obbiettivo” (George Morrisey). Oggi tutto questo, tra Chianciano Terme e Chiusi non esiste – ribadisce il Sindaco di Chianciano Andrea Marchetti -. La fusione tra campanili, quindi, non può essere trattata come un business: si stravolge la storia e l’anima di generazioni di persone. E’ un’operazione che si può fare solo dopo aver costruito un progetto serio di territorio supportato da un largo consenso popolare».
Marchetti chiude affermando: «Concludo con un mio personale pensiero: nessuna ripresa economica e sociale è possibile se non si pensa ad un sistema di redistribuzione delle risorse che passi attraverso i territori locali. L’economia Italiana potrà riprendersi solo se il mondo politico e quello finanziario riusciranno a mettere al centro delle loro attenzioni i Comuni, unico volano possibile per una ripresa a breve e per una futura promozione stabile dei territori, delle tipicità, delle imprese, della cultura, del turismo, dell’ambiente».