Consiglio comunale aperto nel borgo della Valdichiana senese per commemorare il “Giorno della Memoria”
CETONA. Franco Debenedetti Teglio è un “Hidden child”, un bambino nascosto. Nato nel 1937, ha trascorso i suoi primi otto anni di vita, vissuti quasi in incognito, sotto la scure delle Leggi Razziali del suo paese, l’Italia, poi nascosto, senza nome, anche all’estero, nel terrore continuo di essere catturato. Franco racconterà la sua storia in occasione della commemorazione della “Giornata della Memoria” a Cetona, in provincia di Siena, il prossimo 27 gennaio 2024 in occasione del Consiglio comunale aperto che si terrà ore 17,30, presso la Sala S.S. Annunziata, in Piazza Garibaldi.
Da anni il Comune di Cetona promuove iniziative nel “Giorno della memoria” (istituito in Italia con la legge 211 del 20 luglio 2000) in ricordo del 27 gennaio 1945, giorno in cui l’esercito sovietico entrò nel campo di concentramento e sterminio di Auschwitz, situato nelle vicinanze della cittadina polacca di Oświęcim, scoprendone e rivelandone al mondo l’orrore. Qui, durante la seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1944, furono sterminati più di un milione di prigionieri, in gran parte ebrei.
Il Comune di Cetona commemora in forma solenne il “Giorno della Memoria” ed ha convocato un apposito Consiglio comunale aperto, per dare la possibilità a tutta la cittadinanza di partecipare e, soprattutto, di ascoltare i testimoni che ogni anno invita.
Franco Debenedetti Teglio nasce nel 1937 da una famiglia borghese e, fino all’età di 65 anni, aveva rimosso il ricordo degli anni dell’infanzia. La madre era la figlia di un uomo di potere, il più grande importatore di stoccafissi e baccalà in Italia. Suo padre era uno dei più grandi chimici italiani. Aveva fatto un giuramento alla Patria tanto da aver deciso di lavorare gratuitamente, per qualche mese, dopo l’emanazione delle Leggi Razziali. Purtroppo, in seguito alla discriminazione, la famiglia si trovò a vivere in grandi difficoltà. I Debenedetti si ritrovarono senza una casa perché era compresa nel contratto di lavoro. Iniziano, così, le peregrinazioni in Francia, con l’arrivo dei nazisti, il ritorno in Italia e, successivamente, gli anni della clandestinità.
Molti parenti, tra cui due bimbi, furono eliminati ad Auschwitz ma il dolore non doveva ancora lasciarli. Pochi anni dopo la fine della guerra, il padre si suicidò. Troppo il dolore, l’angoscia, la vergogna provati da questo uomo gentile da poter essere sopportati. Purtroppo, subito dopo una laurea brillante conseguita alla Scuola Normale di Pisa, si suicidò anche il fratello. Difficile che un simile passato non lasci tracce. Solo dopo molti anni Franco è riuscito a ricostruire gli anni della sua infanzia grazie ai documenti conservati dalla madre ritrovati in alcune cantine a Torino e Genova dopo la sua morte. Un percorso lungo e doloroso che non è ancora concluso perché, come dice Debenedetti: “La memoria non molla ma si nasconde”.