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Ieri (3 luglio) gli uomini del Commissariato di Polizia di Chiusi-Chianciano Terme, diretti dal Vice Questore Aggiunto Antonello Calderini, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, nuovamente emessa dal Tribunale del Riesame di Firenze.
Gli Agenti hanno rintracciato ed arrestato il Macor, grazie anche alla collaborazione dei colleghi di Napoli, presso il Commissariato di Decumani, dove l’uomo si recava quotidianamente per assolvere agli obblighi di firma cui è sottoposto.
La rapina alla nota gioielleria chiancianese aveva fatto scalpore: i tre uomini – una donna faceva da palo – si erano introdotti nel negozio con calze da donna come cappucci e con violenza gratuita avevano aggredito e picchiato la titolare del negozio – incinta di otto mesi all'epoca dei fatti – ed una anziana chiancianese che, sentendo le urla della ragazza, si era istintivamente lanciata in soccorso.
La fuga di due dei complici – Eduardo Saltalamacchia e Mirko Pasquarella, entrambi napoletani di 26 anni – era durata poco. Nei pressi del casello autostradale di Querce al Pino erano stati rintracciati e fermati dagli agenti del commissariato di Chiusi.
Nell'auto, una Bnw serie 1, erano stati trovati oggetti d'oro con ancora il cartellino del negozio derubato qualche ora prima, e calze da donna con lo scontrino dell'acquisto fatto prima della rapina dalla donna del gruppo.
I due soggetti furono subito riconosciuti sia dalla titolare che da alcuni testimoni presenti ed associati presso la casa circondariale di Orvieto (TR) dove ancora si trovano in custodia cautelare.
Restava da individuare gli altri due complici che, nel frattempo, si erano dati alla fuga a piedi con la parte più cospicua del malloppo – circa 50mila euro.
Per consentire una individuazione dei responsabili anche tramite impronte lasciate sul luogo del reato, gli agenti di Chiusi avevano preservato la gioielleria fino all'arrivo della Polizia Scientifica: una operazione che ha dato i suoi frutti. Infatti, le impronte dei malviventi presi e di quelli ancora in fuga, sono state rinvenute chiaramente al punto che, nell'arco di 10 giorni successivi alla rapina, erano stati indivuati anche i due "latitanti".
La donna, Patrizia Forte, napoletana di 49 anni, fu rintracciata presso la propria residenza nella città partenopea e successivamente sottoposta agli arresti domiciliari.
Nei confronti del Macor, il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Montepulciano, Andrea Boni, in qualità di coordinatore dell’attività d’indagine, emise ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Nel corso del procedimento che avrebbe portato a giudizio i responsabili, a causa di un successivo mancato riconoscimento testimoniale legato ad un cavillo procedurale, lo stesso riuscì tuttavia a riacquistare la libertà.
In seguito al ricorso, presentato dallo stesso Pubblico Ministero di Montepulciano, dopo aver ottenuto successo sia in appello che in cassazione, il Tribunale del riesame di Firenze ha ripristinato alcuni giorni fa la custodia cautelare in carcere a carico di Antonio Macor, nuovamente arrestato ieri e condotto a Napoli presso il carcere di Poggio Reale.
Pur essendo definita la vicenda, gli investigatori del Commissariato di Chiusi-Chianciano, supponendo che i quattro soggetti potessero essere dei professionisti e quindi essersi resi responsabili di altri fatti simili, hanno continuato a scavare nella vita dei rapinatori.
Le indagini hanno portato, tra l’altro, ad individuare un immobile nel comune di Città della Pieve, in località Ponticelli, in disponibilità del Macor, dove, a seguito di perquisizione, sono state rinvenute divise dell’ Arma Carabinieri, parrucche, collant da donna, rotoli di scotch ed altri oggetti adatti allo scopo, materiale che ha permesso agli investigatori di attribuire al gruppo altre rapine, commesse in province limitrofe, fatti per i quali stanno attualmente procedendo le Procure competenti.
Z.R.