Finisce l'avventura iniziata nel 1978 da una famiglia già attiva da circa vent’anni prima
MONTICIANO . La locanda “Da Vestro” chiude definitivamente l’attività, dopo una pausa di circa un anno. Finisce una gloriosa avventura iniziata nel 1978, da una famiglia di albergatori e ristoratori già attiva da circa vent’anni prima di acquistare il podere Orbano, in precedenza condotto a mezzadria, poi abbandonato. Trasferirsi dal centro della vita paesana a cento metri dal paese, all’incrocio fra due strade, poteva sembrare al tempo stesso un azzardo e una stranezza, ma i fatti hanno dato ragione a Vestro Becucci. Del resto, si tratta di un podere ricco di personalità: la sua facciata è diventata una tipologia dell’architettura rurale del ‘900, grazie all’architetto fiorentino Pier Niccolò Berardi, che la fotografò e partecipò con questa immagine alla Triennale di Milano del 1936, dedicata all’Architettura rurale italiana, nonché alla Mostra della casa rurale della Toscana tenuta nel 1937 nel Palazzo della Lana di Firenze. La stessa foto è poi inserita nel volume “La casa rurale nella Toscana” curato dal geografo Renato Biasutti nel 1938. L’immagine della particolare scala esterna con loggia è stata inoltre pubblicata nel calendario 2004 dell’Arsia (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo-forestale della Regione Toscana).
Tuttavia, Vestro, pur creando un’attività mentre stava esplodendo il fenomeno dell’agriturismo (e in fondo, disponendo degli spazi di un vecchio podere), si è occupato esclusivamente di ospitalità e buona tavola: grazie ai suoi piatti prelibati ha richiamato pubblico sempre più ampio, fatto di famiglie provenienti anche da Siena, come da viaggiatori stranieri. Entrato nelle più importanti guide, segnalato da riviste specializzate anche estere, la struttura ha dovuto fare i conti con il mancato ricambio generazionale, quando ormai anche le figlie del fondatore sono diventate nonne. Resta però la speranza che la storia possa ripetersi, grazie a nuovi visionari che sappiano capire lo spirito del luogo, magari integrando alla locanda e all’osteria, un centro servizi legato alla sentieristica, al museo, alla futura passerella sul fiume che avvicinerà Monticiano a San Galgano. Si può pensare a una riqualificazione ambientale, con un ampliamento dell’edificio previsto dal Piano operativo del Comune, oppure alla trasformazione in abitazione, ricostruendo la situazione “casa-bottega” nella tranquillità della Val di Merse. L’immobile si sviluppa su settecento metri quadrati (e quattordici camere), ed è immerso in un parco di cinquemila metri quadrati con piscina, ma anche con un orto e un pozzo. Un angolo di paradiso troppo bello per finire così, nonostante il potenziale che ancora può esprimere, dopo circa 45 anni di gloriosa accoglienza.