CHIUSI. La Festa dell’uva e del vino ha raggiunto, con slancio, le frontiere della qualità.
La formula di quest’anno si è distinta per l’alto livello del programma: lo dimostra il convegno dedicato all’agricoltura con la presenza dell’assessore provinciale Claudio Galletti, del presidente provinciale Cia Roberto Bartolini e di numerosi esperti, protagonisti di un confronto serrato, interessante. Ma anche le animazioni sono state di livello: visite guidate nei luoghi dell’archeologia o delle produzioni agricole, spettacoli itineranti e a teatro, la mostra di pittura. Una formula nuova che ha raggiunto con eventi e grande partecipazione persino la frazione di Montallese, confermando alcune “eccellenze” degli scorsi anni: il raffinato convivio in onore di Bacco, l’enoteca, i banchi di assaggio o la stessa iniziativa “Vinovagando”. Dietro le quinte, una nuova gestione: dopo venticinque edizioni è nato un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti di Comune, Auser, pro loco, terzieri e Associazione italiana sommelier, sotto il coordinamento di Omero Pagliai. Per lui si tratta di una specie di scommessa vinta: “Le condizioni di partenza non erano facili – dichiara – ma siamo riusciti a creare uno spirito di collaborazione, cercando di migliorare il livello dei contenuti, i particolari dell’organizzazione. Il lavoro è stato impegnativo, e ha visto una grande partecipazione”.
Il sindaco Luca Ceccobao conferma “che l’obiettivo qualità, di questa edizione della festa, può dirsi raggiunto”. Magari l’evento non ha richiamato una massa strabordante, almeno nei primi giorni, a causa anche della bassa temperatura. “Eppure – sottolinea ancora Pagliai – le taverne e le enoteche hanno lavorato a pieno ritmo. E poi bisogna tener conto di un tessuto urbano fragile: una specie di scrigno con tesori che vanno dall’epoca etrusca a quella medievale. Per questo l’offerta commerciale e culturale di Chiusi deve incontrare la sua domanda ideale, verso un equilibrio che garantisca la qualità della vita dei residenti”.
La formula di quest’anno si è distinta per l’alto livello del programma: lo dimostra il convegno dedicato all’agricoltura con la presenza dell’assessore provinciale Claudio Galletti, del presidente provinciale Cia Roberto Bartolini e di numerosi esperti, protagonisti di un confronto serrato, interessante. Ma anche le animazioni sono state di livello: visite guidate nei luoghi dell’archeologia o delle produzioni agricole, spettacoli itineranti e a teatro, la mostra di pittura. Una formula nuova che ha raggiunto con eventi e grande partecipazione persino la frazione di Montallese, confermando alcune “eccellenze” degli scorsi anni: il raffinato convivio in onore di Bacco, l’enoteca, i banchi di assaggio o la stessa iniziativa “Vinovagando”. Dietro le quinte, una nuova gestione: dopo venticinque edizioni è nato un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti di Comune, Auser, pro loco, terzieri e Associazione italiana sommelier, sotto il coordinamento di Omero Pagliai. Per lui si tratta di una specie di scommessa vinta: “Le condizioni di partenza non erano facili – dichiara – ma siamo riusciti a creare uno spirito di collaborazione, cercando di migliorare il livello dei contenuti, i particolari dell’organizzazione. Il lavoro è stato impegnativo, e ha visto una grande partecipazione”.
Il sindaco Luca Ceccobao conferma “che l’obiettivo qualità, di questa edizione della festa, può dirsi raggiunto”. Magari l’evento non ha richiamato una massa strabordante, almeno nei primi giorni, a causa anche della bassa temperatura. “Eppure – sottolinea ancora Pagliai – le taverne e le enoteche hanno lavorato a pieno ritmo. E poi bisogna tener conto di un tessuto urbano fragile: una specie di scrigno con tesori che vanno dall’epoca etrusca a quella medievale. Per questo l’offerta commerciale e culturale di Chiusi deve incontrare la sua domanda ideale, verso un equilibrio che garantisca la qualità della vita dei residenti”.