CHIANCIANO TERME. Si sono riuniti a Venezia lunedì scorso gli esperti della Commissione sanità della Conferenza Stato Regioni e i rappresentanti di Federterme, l’associazione di categoria delle industrie termali, per discutere i termini della definizione dei rapporti del sistema termale con il Servizio sanitario nazionale; nodo cruciale della questione lo sblocco della vertenza per il rinnovo delle tariffe del SSN che si trascina da oltre tre anni.
Al rientro dall'incontro, il presidente delle Terme di Chianciano, Sirio Bussolotti, commenta: "Federterme indica nel 6,4 per cento l’incremento tariffario necessario e chiede di concentrare nell’arco di un anno l’aumento previsto nel triennio. Non c’è da stare tranquilli: il mancato adeguamento del sistema tariffario relativo alle prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale aumenta decisamente le difficoltà del settore termale. Allo stesso tempo risulta incomprensibile il motivo per cui non siano stati ripartiti i 3 milioni di euro annui per tre anni, risorse straordinarie per il settore termale previste dal decreto milleproroghe”.
Oggi, l’attenzione è puntata sulla riunione della Commissione salute in programma per il 19 febbraio e poi sulla Conferenza dei Presidenti fissata per il 26 febbraio. “Apprezziamo l’atteggiamento responsabile dell’assessore regionale toscano Enrico Rossi, coordinatore della Commissione sanità, ma se non registreremo segnali concreti, si cominceranno a verificare ripercussioni serie: alcune aziende termali potrebbero ritardare l’apertura degli stabilimenti e conseguentemente si potrebbe arrivare ad un calo delle assunzioni ed ad una riduzione della forza lavoro”.
Al rientro dall'incontro, il presidente delle Terme di Chianciano, Sirio Bussolotti, commenta: "Federterme indica nel 6,4 per cento l’incremento tariffario necessario e chiede di concentrare nell’arco di un anno l’aumento previsto nel triennio. Non c’è da stare tranquilli: il mancato adeguamento del sistema tariffario relativo alle prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale aumenta decisamente le difficoltà del settore termale. Allo stesso tempo risulta incomprensibile il motivo per cui non siano stati ripartiti i 3 milioni di euro annui per tre anni, risorse straordinarie per il settore termale previste dal decreto milleproroghe”.
Oggi, l’attenzione è puntata sulla riunione della Commissione salute in programma per il 19 febbraio e poi sulla Conferenza dei Presidenti fissata per il 26 febbraio. “Apprezziamo l’atteggiamento responsabile dell’assessore regionale toscano Enrico Rossi, coordinatore della Commissione sanità, ma se non registreremo segnali concreti, si cominceranno a verificare ripercussioni serie: alcune aziende termali potrebbero ritardare l’apertura degli stabilimenti e conseguentemente si potrebbe arrivare ad un calo delle assunzioni ed ad una riduzione della forza lavoro”.