SINALUNGA. Gianfranco Maccarone e Mattia Savelli (Fratelli d’Italia-AN) rispondono al comunicato di Gabriele Talli (PD): “Quanti luoghi comuni e quante inesattezze in poche righe. Gabriele Talli, segretario del circolo PD di Gracciano, ha reso pubblico un suo comunicato in cui cerca, a nostro avviso maldestramente, di giustificare la scelta di accogliere sei migranti nella frazione di Montepulciano. Ci chiediamo perché il signor Talli, invece di fare la morale ai suoi compaesani, non spieghi come mai Prefetto, amministratori locali e associazioni di volontariato si fanno in quattro per gli immigrati ma quando a chiedere una casa popolare o persino un pasto caldo sono italiani in difficoltà il rifiuto è dietro l’angolo ? Perché la struttura disabitata in cui verranno accolti i richiedenti asilo non è stata destinata a qualche famiglia italiana bisognosa? Il signor Talli dice che queste persone fuggono da Paesi in guerra, ma poche righe più sotto dichiara testualmente che “non so ancora da quale Nazione provengano, né che lingua parlino” ,allora ci chiediamo come faccia a sapere che fuggono realmente da un conflitto? Forse il signor Talli non sa che secondo i dati Eurostat soltanto il 50% delle domande di asilo avanzate da immigrati in tutta l’UE vengono accolte, quindi c’è un richiedente asilo su due che non ha nessuna legittimità ad avere tale status. Nel comunicato del segretario del circolo PD di Gracciano si citano gli esempi di comuni limitrofi in cui la macchina dell’accoglienza è già in moto, allora sicuramente saprà cosa è accaduto proprio in questi giorni a Sinalunga. Se non lo dovesse sapere gli comunichiamo che sabato scorso si è verificato un fatto quantomeno condannabile, dato che alcuni dei migranti richiedenti asilo si sono ubriacati in pieno centro prodigandosi in atti osceni in mezzo a famiglie e turisti; chiaramente gli alcolici sono stati acquistati con i soldi che i cittadini donano a queste persone.”
– Maccarone e Savelli concludono – “Noi continueremo ad opporci a questa politica dell’accoglienza a scatola chiusa che non solo danneggia il nostro tessuto sociale, ma che esclude sistematicamente i nostri connazionali dall’aiuto di cui possono aver bisogno . Da anni ormai sosteniamo la necessità di aiutare chi davvero ha necessità nei propri Stati d’origine invece di farli imbarcare, facendo felici solo gli scafisti, per poi recuperarli ed assisterli in Italia.”