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CHIUSI. Le Regioni Toscana e Umbria, le Province, i Comuni di Chiusi e Orvieto chiederanno un incontro sul taglio annunciato degli Intercity al ministro delle infrastrutture Altero Matteoli.
La decisione è stata presa in una sala del teatro di Chiusi gremita, di fronte ai rappresentanti di un comitato dei pendolari che hanno dimostrato senso pratico e grande responsabilità, nella consapevolezza che è in gioco una complessa partita politica.
Da un lato treni superveloci che collegano i grandi centri, e che stanno progressivamente togliendo spazio a quelli regionali; dall’altro interi territori che rischiano di essere tagliati fuori da un trasporto ferroviario efficiente.
La battaglia si gioca sulla necessità di conciliare le due esigenze.
Su questo fronte non hanno dubbi l’assessore regionale Riccardo Conti e il suo collega umbro Giuseppe Mascio, con il sostegno degli assessori provinciali presenti, di Perugia e Terni, dei sindaci di Montepulciano, Sarteano e Chiusi.
Insieme hanno annunciato voler incontrare il ministro Matteoli: amministratori pubblici e parlamentari chiederanno di definire un sistema accettabile, senza rincorrere ogni sei mesi la continua emergenza dei tagli, con le conseguenti proteste, senza nessuna prospettiva.
In ballo c’è il diritto alla mobilità di migliaia di studenti e lavoratori i quali, secondo l’orario annunciato, in vigore dal 13 dicembre, vedranno eliminati tutti i loro treni nelle ore pomeridiane: tra le 16.44 e le 19 non si potrà tornare a casa.
Ma in discussione ci sono anche le economie di due regioni di grande prestigio, ricche di mete turistiche.
L’alternativa agli Intercity che saranno tolti è rappresentata da treni lentissimi, sulla vecchia linea, con la prospettiva di impiegare due ore per coprire anche solo cento chilometri.
“Questa ipotesi – ha osservato il sindaco di Chiusi Luca Ceccobao – è inaccettbile, perché cambia le condizioni di vita di migliaia di persone. Ma di fronte al continuo stillicidio di tagli ci fermiamo solo alla protesta: occorre una strategia per la revisione completa degli orari e dei servizi. Dobbiamo garantire un diritto alla mobilità ai pendolari e l’accesso dei nostri territori all’alta velocità: non può esistere uno sviluppo riservato solo ai grandi centri. Purtroppo nemmeno le risoluzioni delle commissioni parlamentari riescono a vincolare il governo nella direzioni indicata, per questo le istituzioni locali devono fare fronte comune, avanzando proposte realizzabili, per sconfiggere questa assurda contrapposizione tra centro e periferia, l’aziendalismo di Trenitalia e il servizio pubblico”.