Al via i lavori per la riconversione in chiave sociale della struttura. 1,3 milioni di euro nell’ambito del Progetto di Innovazione Urbana

L’edificio di piazza XVIII luglio nasce nel 1955 su un unico piano per ospitare il Centro Assistenziale ONMI (Opera Nazionale per la protezione della Maternità e dell’Infanzia). Da anni inutilizzato, vanta una posizione strategica, a pochi passi dal centro ed immerso nel tessuto residenziale cittadino. Edificio a sé stante, dotato di un resede privato sul retro, ricopre una superficie complessiva di circa 560 mq di cui buona parte del piano terra destinato a spazio aggregativo, il piano primo e una piccola porzione del piano terra destinati a Casa Famiglia. Per consentire i lavori saranno in vigore (ordinanza da domani, 14 marzo) divieto di sosta e riduzione della carreggiata in piazza XVIII luglio lungo tutto il perimetro dell’edificio, compresa una porzione di piazza Nilde Iotti e il vialetto di collegamento tra via della Libertà e via Montecitorio.
Il progetto consiste in una trasformazione funzionale del fabbricato mediante riqualificazione e ristrutturazione dell’intero edificio con adeguamento sismico, completo rifacimento di tutti gli impianti, variazioni della distribuzione dei locali per adattarsi alle nuove destinazioni d’uso, sostituzione delle pavimentazioni e delle finiture, modifiche agli spazi pubblici esterni e completo rifacimento del corpo scale interno con la dotazione di ascensore per garantire nuova accessibilità alla struttura ed efficientamento energetico dell’edificio, con introduzione di sistemi di sfruttamento di energia rinnovabile (fotovoltaico e solare). Il piano terra, dove è possibile usufruire degli spazi all’aperto del resede, andrà ad ospitare un centro di aggregazione per attività di gruppo collettivo, mentre al primo piano gli spazi saranno ristrutturati per ospitare minori/adolescenti all’interno di una Comunità Familiare.
Il centro di aggregazione sarà uno strumento ulteriore per rispondere a particolari situazioni di minori con fragilità familiare. Sarà destinato a molteplici attività, con la ricollocazione di servizi già esistenti e la creazione di nuove risposte rivolte a minori ed adolescenti della Valdelsa. E quindi percorsi educativi, laboratori e attività di socializzazione, un insieme di opportunità di aggregazione all’interno di uno spazio complesso organizzato in cui si possa vivere quotidianamente relazioni importanti.
La casa famiglia per minori e adolescenti sarà invece una struttura di accoglienza gestita da una coppia formata, e con esperienza in tal senso, che abbia deciso di mettersi al servizio dei minori in difficoltà. Dai bisogni registrati emerge infatti la necessità di sviluppare risposte di questo tipo che tengano conto anche dell’importanza di mantenere i minori all’interno del territorio nel quale vivono. La struttura sarà in grado potenzialmente di accogliere fino ad un massimo di 4/6 minori, nella fascia di età dagli zero anni alla maggiore età, con progetti differenti individuali che puntano a valorizzare i bisogni di ciascuno. In sostanza la comunità di tipo familiare richiama per certi aspetti l’istituto dell’affidamento grazie alla presenza di una coppia genitoriale ivi residente ma integrata da figure professionali.
L’intervento (costo da progetto di 1,3 milione di euro) rientra nel Progetto di Innovazione Urbana PIU Città + Città.