POGGIBONSI. Si è svolto al Politeama di Poggibonsi l’ultimo ciclo degli incontri di AG 21 Terre di Siena, incentrato sui temi dell'eco-efficienza nelle imprese industriali ed artigianali. Ovvero come riuscire a coniugare migliori prestazioni ambientali delle imprese con maggiori risparmi e dunque maggior reddito. E giusto la Valdelsa può costituire, al proposito, un significativo modello esportabile anche altrove.
I lavori sono stati introdotti dall’assessore provinciale Pietro Del Zanna che ha sviluppato uno dei temi fondamentali dell’ecologismo: la ricerca di un equilibrio basato sulla consapevolezza della limitatezza delle risorse, denunciando gli errori di modelli “sbagliati” basati sulla crescita costante che non tenga conto del concetto del limite.
Sono seguiti una serie di interventi che hanno descritto esperienze di buona qualità realizzate in Italia e nella nostra regione, e che hanno introdotto il previsto confronto guidato da Ugo Bardi, docente di Chimica-Fisica all’Università di Firenze e presidente della sezione italiana dell’ASPO, l’associazione internazionale per lo studio del picco del petrolio e del gas.
Elisa Rossi, dell’Ufficio AG 21, ha riferito dell’esperimento attuato nella provincia di Modena circa il modello Ecoprofit, un esempio di partnership pubblico-privato a costi sostanzialmente nulli per le imprese, ma dalle ricadute concrete. A seguire Herbert Boninsegni (Toscana Energie Rinnovabili) che ha illustrato alcune tecnologie da cui derivano significative opportunità di risparmio energetico.
Di iniziative volte ad accrescere l’efficienza energetica e le possibilità di integrare la produzione da fonti rinnovabili con la distribuzione nella rete elettrica, ha parlato Cristian D’Adamo, responsabile di Zona di Enel Distribuzione.
Quindi, alla presenza di diversi rappresentanti di aziende locali operanti nel settore delle energie rinnovabili, si è svolto un serrato confronto con spunti anche critici nei confronti di alcuni ritardi che si registrano nella burocrazia pubblica non sempre adeguata a rispondere – peraltro in un momento di forte crisi come quello attuale – alle diverse richieste ed esigenze.
Si è anche introdotto il concetto di produzione diffusa che si fonda su una rivoluzione non solo tecnologica ma anche culturale, che prevede il passaggio dalla grande centrale produttiva, con sprechi nelle perdite e nei costi, all’autoproduzione come investimento redditizio e produttivo.
Nel corso dell’incontro non è mancata, da parte di alcuni, la denuncia della paventata minaccia del ritorno al nucleare; così come sono state avanzate proposte sulle energie rinnovabili, chiedendo di fare chiarezza sui sistemi di regole che le governano e invocando norme a tutela del consumatore, affinché gli venga garantita la qualità degli impianti “certificando” in qualche modo le aziende che operano nel settore.
Si è inoltre detto di individuare diversi target cui rivolgere un’azione di informazione volta a sostenere lo sviluppo di pratiche virtuose, cominciando dai ragazzi e dalle scuole. Azione analoga dovrebbe essere promossa nei confronti delle imprese che, pur potendo trarre dei vantaggi, ancora appaiono distanti dall’orientarsi tra le diverse opportunità. Infine è stata ricordata l’importanza di vincolare gli interventi ai Regolamenti Urbanistici per sostenere una progettazione più efficiente e dunque più sostenibile dal punto di vista ambientale.