Gli studenti della media Marmocchi scrivono agli ambasciatori di Russia e Ucraina. Il Comprensivo 1 ospiterà il primo studente ucraino arrivato a Poggibonsi scappato dalla guerra
POGGIBONSI. «Quando quella notte ti sei svegliato e hai dato il via libera all’attacco non hai pensato ai tuoi figli?» È una delle frasi rivolte a Putin e contenute nelle mail contro la guerra che gli studenti della 1B della scuola media Marmocchi (Istituto Comprensivo 1 Poggibonsi) guidati dalla professoressa di Lettere Silvia Cortigiano hanno scritto all’ambasciata russa e a quelle ucraina per fermare la guerra.
E-mail alle ambasciate contro la guerra «L’invito agli studenti – sottolinea Cortigiano – è a non essere spettatori passivi, ma a partecipare attivamente e consapevolmente alla formazione della società nella quale vivono. Per questo con le mie classi abbiamo deciso di scrivere al presidente della Russia, Vladimir Putin e a quello dell’Ucraina, Volodymyr Zelens’kyj, per esprimere tutto il disappunto al ricorso alla guerra come mezzo per risolvere le questioni». Dopo essere state inviate, continua Cortigiano, «le mail saranno raccolte in un ebook e poi pubblicato sul sito del nostro Comprensivo».
Fare degli studenti cittadini critici Come spiega la dirigente Manuela Becattelli: «La media riflette con i ragazzi sulle ragioni storico culturali che hanno portato al conflitto Russia Ucraina. Funzione della scuola è proprio quella di sviluppare un pensiero critico facendo dei futuri cittadini pensatori autonomi rispetto alle notizie spesso caotiche che vengono diffuse da media e social. La nostra scuola lavora sullo sviluppo delle competenze relative al dialogo, al rispetto verso l’altro nell’ottica di essere costruttori di Pace».
Primi ucraini a Poggibonsi «La nostra scuola – continua Becattelli – ospiterà il primo arrivato a Poggibonsi scappato dalla guerra, uno studente ucraino di Leopoli che due anni fa era in prima media qui da noi e adesso è tornato nella nostra città con la mamma»
Tutto il Comprensivo è contro la guerra. Anche all’Infanzia sono in programma iniziative di sensibilizzazione perché fin da piccoli devono imparare che con la violenza non si risolvono i conflitti. Produrranno cartelli e disegni. Le classi della Primaria si sono attivate già da questa settimana con laboratori all’aperto per creare cartelloni/manifesti con arcobaleno e simboli della pace che saranno appesi alle finestre delle varie scuole. I laboratori sono attivati in modalità trasversale sia come disciplina che come scambio (bambini piccoli e bambini grandi). I docenti insieme agli alunni hanno pensato di scrivere pensieri, parole chiave da colorare e appendere come bandierine nei giardini delle scuole e negli spazi comuni in genere. Nei laboratori saranno ascoltate canzoni sulla pace. Cercano di affrontare tutti insieme questo momento delicato.
Queste alcune delle e-mail:
«Caro proprio no!… meglio: temutissimo presidente Putin, mi rivolgo a lei, perché a quanto pare è quello più arrabbiato e con più potenza di fuoco e non perché la consideri l’unico responsabile di questa follia chiamata guerra. Il mondo è sotto scacco dal terrore ed è certo che il motivo principale è sempre il dio denaro, in qualunque modo vogliate raccontarci le motivazioni, la realtà è questa. La prego, smetta! Smetta lei che è il più forte e il più duro, dia l’esempio a tutti, lo faccia per la sua gente, i suoi bambini, lo faccia per la sua terra, che per troppi anni nella storia è stata teatro di violenza ingiustizie e soprusi, costantemente contro i più deboli da parte dei potenti, questa volta sia lei a difenderli ed amarli. Cambi l’immagine che da sempre abbiamo della Russia, affidataci dalla storia, ma anche dalla letteratura e dal cinema, come di un luogo freddo di sentimenti e glaciale con gli avversari. Io la prego a mani giunte, sedetevi ad un tavolo e parlate, non giocate a scacchi con le nostre vite. La guerra è un peccato mortale e deve sparire dall’esistenza di chiunque». (Irma)
«È stato sconvolgente vedere al telegiornale persone ferite, sentire che molte persone sono morte. Palazzi, abitazioni, negozi incendiati, persone disperate che non hanno più niente, vedere carri armati passare per strada, aeroplani che lanciano bombe, tutto ciò causato da una stupida guerra». (Maria Sole)
«Caro Putin, ti scriviamo questa lettera manifestando tutto lo sdegno che possiamo provare nei tuoi confronti per questo gesto inaccettabile e privo di senso perché non si può mettere davanti le mire espansionistiche rispetto alla salvaguardia delle vite umane. Caro Putin, ci sono delle cose nella vita che non si devono fare mai, una di queste è la guerra, che non porta mai a niente, se non la morte di tanti innocenti, compresi bambini come noi. Quando quella notte ti sei svegliato e hai dato il via libera all’attacco non hai pensato ai tuoi figli? Ce li hai dei figli? Se si, pensi di avere ancora il coraggio di guardarli in faccia? La prima cosa che secondo noi dovrebbe avere un padre è il senso di responsabilità nei confronti dei propri figli, nel preservarli e proteggerli da tutti i pericoli imprevedibili che la vita può riservare» (Nora e Stella)
nelle foto: studenti della 1B Marmocchi mentre scrivono le e-mail