MONTERIGGIONI. Un successo per la mostra “Dentro e fuori dal mondo” del pittore Carlo Carli che si è inaugurata lo scorso 24 luglio nella Sala Primo Maggio nel Castello di Monteriggioni dall’assessore alla Cultura del comune Rossana Giannettoni, dal curatore Giuseppe Cordoni e dal presidente dell’associazione Primo Maggio Matteo De Martino alla presenza dell’autore. Sarà ancora possibile visitare l’esposizione fino al 2 agosto, come già hanno fatto in tanti sia cittadini che turisti che hanno inserito una visita alle opere pittoriche di Carli all’interno del percorso di visita a Monteriggioni.
“Il nostro non è solo un territorio d’arte, ma una luogo aperto ed ospitale dove chiunque voglia vedere l’arte, vivere la bellezza naturale ed umana trova le porte aperte – ha detto l’assessore alla Cultura Rossana Giannettoni durante l’inaugurazione della mostra – Ed iniziative come questa da parte di una associazione non possono che essere accolte con gioia e motivato orgoglio”.
Tra i visitatori si sono registrate molte famiglie e turisti stranieri, soprattutto francesi e spagnoli che hanno apprezzato il tratto dell’artista ed i paesaggi che fanno da sfondo alle immagini, anche tragiche, che mette in mostra.
“Ho voluto inserire il castello di Monteriggioni in alcuni dei miei quadri – ha detto Carlo Carli – perché ho scelto io direttamente di esporre qua. Per omaggiare la bellezza dei colori e di questo borgo, dopo aver esposto a Milano e Roma cercavo un centro più piccolo ma con una grande storia civica”.
“La cosa che più mi ha affascinato, a prima vista, delle opere di Carli – ha continuato l’assessore – sono i colori ed i paesaggi che si aprono fuori dalle stanze, dalle finestre tratteggiate dall’artista. Il mondo sta fuori, quelle donne sono isolate e dalle finestre si vedono indistintamente paesaggi toscani, alberghi di mare o vedute di luoghi arabi. Ci mostra quindi un contesto per descrivere la diversa condizione della donna nel mondo”.
La recente produzione artistica di Carli, come scrive il curatore Giuseppe Cordoni, da' voce alla dignità dei poveri senza difesa “inducendo il nostro sguardo a sporgersi su quell'abisso di disparità in cui versano le creature più sole e derelitte della terra”.