AMIATA. "A voi la scelta, sindaci e forze di maggioranza: volete stare a fianco dei vostri cittadini-elettori in difesa dei Beni Comuni o continuare a viaggiare a braccetto con i poteri forti e la speculazione finanziaria?" Questa la conclusione di un documento/comunicato stampa con il quale la lista civica "Per Abbadia" e il Comitato di Salvaguardia Ambientale del Monte Amiata, riprendendo uno spunto del Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua e le battaglie in tema di ripubblicizzazione del servizio idrico intraprese dal gruppo di Piancastagnaio denominato Prospettiva Unita, ora Prospettiva Comune, contesta il balzello di 40 euro introdotto da Acquedotto del Fiora per quei cittadini/utenti che hanno deciso di non avvalersi per il pagamento delle bollette dell'addebito in conto corrente.
Più esattamente la nota sottolinea "la gravità della disposizione che l'Assemblea dei Sindaci dell'ATO 6 Ombrone, nella propria seduta del 6 marzo 2009, con Delibera n. 5, ha approvato, su richiesta del Fiora SpA, provvedendo a integrare l'articolo 61 del Regolamento del Servizio Idrico Integrato con l'inserimento di una cauzione di 40 euro, con il solo voto contrario del comune Casteldelpiano e l'astensione dei comuni di Seggiano e Arcidosso".
Un "balzello assurdo – continua il documento – che andrà a gravare pesantemente sulle migliaia di cittadini-elettori, alle prese con una crisi economica epocale e ora vessati dai costi esosi di un conto corrente, che possono raggiungere anche i 150 euro l'anno. La lista civica e il comitato nei prossimi giorni prenderanno iniziative sia a livello istituzionale, attraverso atti (interrogazioni consiliari, etc) che chiariscano la posizione del Comune di Abbadia San Salvatore, che ha votato a favore di tale delibera; sia a livello di informazione della popolazione".
Si fa cenno, da parte della lista civica e dei Comitati, anche ad iniziative a livello legale, volte al recupero delle somme "indebitamente sottratte con il canone di depurazione".
In breve il provvedimento della cauzione non rappresenta un atto isolato ma costituisce "l'ennesimo segnale del fallimento della privatizzazione del servizio idrico. Oltre ai megafinanziamenti che l'Acquedotto del Fiora spa ha ottenuto o sta ottenendo dagli istituti bancari, i cui oneri finanziari saranno scaricati in bolletta, oltre alla miriade di fondi pubblici versati dalle casse regionali, oltre al salire vertiginoso dei costi della bolletta, questa è veramente l'ennesima goccia che fa tracimare la credibilità di una forma di gestione introdotta nel territorio dell'ATO 6 da quasi otto anni, con l'obiettivo e la promessa di risanare le reti ed offrire un servizio impeccabile e che vede invece ad oggi un servizio ai cittadini assai carente a costi esagerati, con la dimostrazione concreta della fiaba, di quando si è avviata la privatizzazione dell'Acqua in Toscana, che i Soci Privati avrebbero portato i capitali per fare gli investimenti. Siamo stanchi di vedere il gioco dello scaricabarile sulle responsabilità dei costi e delle spese. Condividendo le posizioni dei movimenti per la ripubbicizzazione dell'acqua, non possiamo fare a meno di auspicare quale unica e radicale soluzione al problema che "in ATO 6 si segua l'esempio di Parigi, dove sono state messe alla porta le due più grandi multinazionali dell'Acqua al mondo, che per decenni hanno gestito il servizio idrico della capitale francese, ripubblicizzando il servizio e con un piano operativo di consistente diminuzione delle tariffe. Su una strada analoga si sta incamminando, in Italia, anche Napoli, con le decisioni assunte dal proprio Consiglio Comunale lo scorso 30 luglio".
F. P.