VALDICHIANA. No all’IMU agricola. La spending review va fatta a livello romano e non a spese dei bilanci degli Enti Locali o delle imprese agricole.
Non usa giri di parole Andrea Rossi, Presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana (nonché Sindaco di Montepulciano), per esprimere la propria netta contrarietà alla nuova imposta che pende come una grave minaccia sull’intero comparto agricolo e, a cascata, sui bilanci comunali e sulle tasche dei contribuenti.
E Rossi, come stanno facendo tanti altri suoi colleghi di ogni area della regione, si schiera senza tentennamenti dalla parte delle associazioni agricole, che il 10 febbraio, ovvero nel giorno della scadenza del pagamento, scenderanno in piazza per manifestare contro la tassa.
“Siamo anzitutto alle prese con una normativa confusa e contraddittoria che, cercando di inseguire una presunta equità, mette toppe che sono peggiori del buco. Mi riferisco sia al decreto del 28 novembre 2014 che ai chiarimenti (sic!) forniti dal dipartimento Finanze sul decreto 4/2015 con i cui il Governo ha cambiato, in extremis, i parametri per distinguere chi paga da chi può evitare questa imposta”.
“Ma, oltre alle ormai consuete difficoltà che è costretto ad affrontare il contribuente per compiere il proprio dovere, a preoccupare sono soprattutto le conseguenze che l’IMU agricola avrà su questo comparto strategico della nostra economia ma anche sulla fiscalità generale e sui bilanci dei contribuenti”.
“Così come è concepita, infatti, l’IMU agricola – denuncia Rossi – non solo minaccia di azzerare i margini, già contenuti, che l’attività di campagna riserva agli imprenditori del settore ma costringerà molti di loro ad attingere alle proprie risorse personali, rischiando di provocare un autentico dissesto”.
“Un comparto che consideriamo trainante per la nostra economia, l’unico che – insieme al turismo – ha saputo difendersi dalla recessione mostrando anzi, grazie soprattutto alle produzioni di qualità, incoraggianti segnali di ripresa, potrebbe quindi essere trascinato nel vortice della crisi”.
“Nei convegni tessiamo le lodi dell’agricoltura, sottolineando il ruolo fondamentale che questa ha nella difesa e valorizzazione del territorio, patrimonio inestimabile della Toscana per gli effetti positivi che ha anche sul turismo e sull’immagine complessiva dell’area e poi, a livello fiscale, ne miniamo le fondamenta con imposizioni inique”.
“Gli agricoltori non sono filantropi, che possono dedicare parte delle proprie risorse alle opere benefiche avendo altre entrate. Se la redditività garantita dall’attività agricola verrà meno, potremmo attenderci anche un abbandono delle campagne con effetti devastanti sia sul piano economico sia su quello sociale”.
E infine Rossi delinea gli effetti che l’IMU agricola avrebbe sui bilanci comunali e sulle tasche dei cittadini/contribuenti. “A fronte di tagli certi che lo Stato ha già operato sui bilanci dei Comuni, considerando l’entrata piena derivante da questa imposta, si prevede in realtà un gettito non superiore al 10% delle stime. La mancata entrata della parte restante o dovrà essere recuperata attraverso la fiscalità generale, aggravando dunque l’imposizione a carico di tutti i contribuenti o, venendo a mancare, si dovrà tradurre in ulteriori, ingenti tagli di servizi”.
“In conclusione lanciamo un appello al Governo affinché rimetta immediatamente mano al provvedimento per esentare il mondo agricolo da un balzello che mina un intero settore e per restituire risorse ai Comuni, cominciando a fare spending review a livello romano e non sugli Enti Locali, che già da anni hanno tagliato i loro bilanci”.