di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO. Qualcuno lo ha invocato, dopo le tante discussioni sui bilanci, la mancata nomina dei collegi dei probiviri e dei revisori dei conti, ed altre presunte inosservanze delle norme statutarie; altri lo hanno ritenuto tutt’al più utile, “ad acta”, con il limitato compito, che avrebbe dovuto essere svolto dai probiviri mai nominati, di accertare la regolarità delle elezioni per l’organo di governo svoltesi il 31 gennaio, come richiesto da un gruppo di una ventina tra soci, volontari e dipendenti secondo i quali sarebbero ammessi all’elettorato passivo e attivo soggetti che non ne avevano titolo, senza peraltro un’adeguata informazione sulle elezioni stesse, come dimostrerebbe il basso numero di votanti (126 su oltre 3300 aventi diritto). Dopo questi episodi gli usciti eletti dalle urne non hanno ritenuto opportuno insediarsi e il magistrato in carica ha rassegnato le dimissioni, poi – sembra – ritirate. Ora l’arrivo del commissario, dopo le tanti voci di corridoio, della Misericordia di Piancastagnaio è un atto ufficiale.
E’ il commissario stesso, Alberto Corsinovi presidente della Conferenza Regionale delle Misericordie Toscane, a dare notizia del provvedimento di commissariamento tramite un messaggio dell’8 giugno, con cui specifica il suo arrivo per lunedì prossimo 13 giugno e definisce subito compiti e programma: suo insediamento, fissazione data e modalità; convocazione componenti organi sociali decaduti ed assemblea di tutti gli iscritti. Insieme agli adempimenti burocratici e istituzionali sia in sede che presso gli uffici esterni e agli incontri con il magistrato uscente e con il personale dipendente, alle ore 14.30 il commissario sarà a disposizione per eventuali colloqui individuali e alle ore 21.00 sarà presente presso la sala del Comune per “l’assemblea di tutti gli iscritti, autorità e di tutti coloro che hanno a cuore il rilancio della misericordia di Piancastagnaio”. Chiaro nelle parole e nel tono da confratelli l’intento di comprendere la situazione della Misericordia e di farla uscire dalla situazione di stallo in cui si è venuta a trovare, senza tuttavia ripercussioni sul livello dei servizi sanitari e sociali erogati.