Il sistema di frode è stato individuato dalla brigata della Guardia di Finanza di Chiusi mediante l’esecuzione di accertamenti bancari estesi sull’intero territorio nazionale a cui ha fatto seguito una ricostruzione analitica dei flussi finanziari che hanno interessato oltre 27 istituti di credito, per un totale complessivo di ben 80 rapporti bancari o di conto corrente riconducibili al libero professionista. Interrogato dai finanzieri nel merito delle numerose movimentazioni bancarie realizzate, alcune delle quali effettuate per contante e per ingenti importi, l'uomo non è stato in grado di fornire giustificazioni tali da escludere irregolarità di natura fiscale. Vigendo in materia tributaria alcune presunzioni legali, gli importi rilevati e non giustificati dal soggetto verificato sono stati legittimamente considerati come compensi effettivamente percepiti dal professionista sebbene non dichiarati al fisco. A nulla sono valse le innumerevoli società “schermo” create ad hoc dal professionista allo scopo di confondere le acque tramite scambi di denaro virtuali tra le società. Non è stato semplice il compito delle Fiamme Gialle nel ricostruire il flusso dei capitali, atteso che molte delle transazioni finanziarie scoperte sono state appoggiate su rapporti di conto intestati a propri familiari o a diverse società. Si è quindi dovuto distinguere e selezionare le diverse operazioni ricostruendo l’ammontare delle somme di denaro riconducibili a fonti di reddito che in quanto tali dovevano essere dichiarate al fisco.
Nel corso dell’anno particolare sarà l’attenzione rivolta alla categoria delle libere professioni, al fine di verificare il corretto assolvimento degli obblighi tributari, nonché l’adeguamento ai presidi antiriciclaggio di recente introdotti, che vedono sempre più impegnati avvocati, commercialisti e notai a garantire un’idonea forma di collaborazione al sistema di prevenzione nazionale, segnalando le transazioni od operazioni considerate sospette, nonché identificando e registrando la clientela ed i dati delle operazioni/transazioni finanziarie in appositi archivi.
Tali archivi, ove correttamente aggiornati e conservati, rappresentano una preziosa fonte di informazione a cui la Guardia di Finanza può attingere per rilevare modalità di effettuazione di rilevanti operazioni economiche, come, ad esempio: il trasferimento di beni immobili, gestione di denaro, strumenti finanziari o altri beni, apertura o gestione di conti bancari, libretti di deposito e conti di titoli, consentendo, altresì, di individuare i rapporti di conto interessati per regolare gli investimenti ed affari, nonché i beneficiari finali delle somme complessivamente movimentate, al fine di conoscere la loro provenienza e legittima disponibilità.