SIENA. Sparito l’Ici sui fabbricati rurali, è l’ora che Comuni annullino d’ufficio gli accertamenti. Magari con tante scuse alle aziende agricole. E’ quanto chiede la Cia Siena ai Comuni di Montalcino e Piancasatgnaio, unici in provincia di Siena, che nelle settimane scorse avevano già richiesto i pagamenti Ici alle aziende agricole. La conversione in legge del Decreto Milleproroghe ha infatti risolto una parte importante dei problemi del settore agricolo. La norma risolutiva infatti, concerne una “interpretazione autentica”, condivisa dai parlamentari con encomiabile spirito bipartisan.
"Almeno il problema Ici è risolto – commenta il presidente della Cia di Siena Roberto Bartolini –, ma come la Cia ha ripetutamente evidenziato rimangono purtroppo irrisolti altri problemi quali, ad esempio, la fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese che assumono manodopera, nonostante la proroga al 31 dicembre; inoltre il taglio da parte del Governo del Fondo di solidarietà nazionale necessario per le assicurazioni agevolate contro le calamità naturali".
Dopo che per ben 16 anni i fabbricati rurali erano stati giustamente ritenuti non tassabili in forma autonoma – considerato che il loro valore è tassato assieme ai terreni cui sono asserviti -, un’opinabile sentenza della Corte di Cassazione aveva indotto molti Comuni a ritenere che le cose fossero cambiate. A fronte dei ritardi governativi nel trasferimento delle promesse compensazioni necessarie dopo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, con la speranza di rimpinguare le casse comunali, anche alcuni comuni senesi, avevano avventatamente messo mano allo strumento dell’accertamento e richiesto ai cittadini l’Ici sui fabbricati rurali, con pesanti arretrati, risalendo fino al 2003.
"Di fronte al paventato rischio di incorrere nel “danno erariale” – aggiunge Bartolini – i Comuni di Montalcino e Piancastagnaio si sono precipitati ad emettere avvisi di accertamento per l’Ici sui fabbricati rurali, che sin dal 1994, cioè da quando esiste l’Ici, erano stati considerati non assoggettabili all’imposta". Rimane il problema, secondo la Cia senese, di chi risarcirà le casse dei Comuni delle spese sostenute per questa infelice iniziativa di accertamenti a tappeto. "Ci auguriamo che la solerzia dimostrata dagli uffici tributi di quei Comuni, con l’emissione degli accertamenti, – conclude Bartolini – venga manifestata anche per il loro annullamento d’ufficio".
"Almeno il problema Ici è risolto – commenta il presidente della Cia di Siena Roberto Bartolini –, ma come la Cia ha ripetutamente evidenziato rimangono purtroppo irrisolti altri problemi quali, ad esempio, la fiscalizzazione degli oneri sociali per le imprese che assumono manodopera, nonostante la proroga al 31 dicembre; inoltre il taglio da parte del Governo del Fondo di solidarietà nazionale necessario per le assicurazioni agevolate contro le calamità naturali".
Dopo che per ben 16 anni i fabbricati rurali erano stati giustamente ritenuti non tassabili in forma autonoma – considerato che il loro valore è tassato assieme ai terreni cui sono asserviti -, un’opinabile sentenza della Corte di Cassazione aveva indotto molti Comuni a ritenere che le cose fossero cambiate. A fronte dei ritardi governativi nel trasferimento delle promesse compensazioni necessarie dopo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa, con la speranza di rimpinguare le casse comunali, anche alcuni comuni senesi, avevano avventatamente messo mano allo strumento dell’accertamento e richiesto ai cittadini l’Ici sui fabbricati rurali, con pesanti arretrati, risalendo fino al 2003.
"Di fronte al paventato rischio di incorrere nel “danno erariale” – aggiunge Bartolini – i Comuni di Montalcino e Piancastagnaio si sono precipitati ad emettere avvisi di accertamento per l’Ici sui fabbricati rurali, che sin dal 1994, cioè da quando esiste l’Ici, erano stati considerati non assoggettabili all’imposta". Rimane il problema, secondo la Cia senese, di chi risarcirà le casse dei Comuni delle spese sostenute per questa infelice iniziativa di accertamenti a tappeto. "Ci auguriamo che la solerzia dimostrata dagli uffici tributi di quei Comuni, con l’emissione degli accertamenti, – conclude Bartolini – venga manifestata anche per il loro annullamento d’ufficio".