CHIUSI. Da tempo era nota una possente struttura in opera reticolata di età romana all’interno del seminterrato di Villa Casuccini (Ex Ospedale), presso il parco de I Forti, area cruciale nello sviluppo della città antica di Chiusi a partire dall’età del Bronzo Finale.
Nel corso di un’operazione congiunta in collaborazione tra Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, Comune di Chiusi e Gruppo archeologico ‘Città di Chiusi, finalizzata alla ripulitura e documentazione della struttura presente negli scantinati della proprietà USL Toscana sud est, sono emersi inaspettatamente alcuni residuati bellici della Seconda Guerra Mondiale. Le operazioni sono state condotte sotto la supervisione scientifica della funzionaria archeologa Ada Salvi e coordinate sul campo da Mattia Bischeri con il prezioso supporto dei volontari del Gruppo archeologico “Città di Chiusi”.
Alcuni oggetti in particolare sembrano far luce su un episodio, ancora tutto da indagare, da riferire probabilmente ai giorni che hanno preceduto la liberazione di Chiusi nel giugno del 1944: si tratta, ad una prima analisi condotta dall’ispettore onorario del Mic esperto in armi Paride Minervini, non solo di proiettili, armi o parti di esse (una rivoltella francese tipo St. Etienne 1892 e un fucile tedesco tipo Mauser), ma anche di altri oggetti relativi all’equipaggiamento militare, come gavette e medicinali. Di particolare rilevanza sono due gavette in metallo, di cui una recante iscrizioni incise a bulino con svastiche e iscrizioni ancora poco leggibili per via delle incrostazioni calcaree, che fanno riferimento ai proprietari degli oggetti.
Si tratta di un vero e proprio contesto stratigrafico, ancora in corso di studio e restauro, che sottolinea come anche i materiali di epoca moderna, se indagati con le metodologie della ricerca archeologica, possano rappresentare molto più di semplici cimeli da conservare, ma anzi contribuiscano alla conoscenza di singoli episodi quotidiani, piccole tessere del più grande mosaico che costituisce la nostra storia.
Dal settembre 1943, le truppe tedesche occuparono la Villa Casuccini con un presidio militare ed è possibile che gli oggetti furono lasciati lì da alcuni soldati che, evidentemente durante un momento particolare del conflitto, avevano trovato rifugio, o forse vissuto le loro ultime ore di vita, nei giorni del giugno del 1944, che hanno preceduto la liberazione di Chiusi.
Lo scorso 26 giugno, in occasione della cerimonia dell’ottantesimo anniversario dalla liberazione, i materiali sono stati temporaneamente esposti in una teca presso il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, grazie alla disponibilità della Direzione Regionale Musei Nazionali Toscana e del direttore Fabrizio Vallelonga, e saranno visibili al pubblico fino alla fine di luglio.