CHIUSI – Chiusi può diventare un “paese accessibile”, grazie all’impegno del Comune e dell’Aniep, l’associazione nazionale per la promozione e la difesa dei diritti civili e sociali degli handicappati.
Il progetto presentato oggi (12 settembre) nella sala convegni San Francesco, con lo slogan “l’handicap normale”, ha un filo conduttore sottolineato dall’assessore ai servizi sociali Simona Cardaioli: “Creare nel nostro comune momenti di socializzazione accessibili a tutti, fare informazione e sviluppare una rete della cultura e dell’integrazione sociale”. Il responsabile locale e dirigente nazionale dell’associazione, Pierluigi Ciacci, ha illustrato una serie di iniziative che saranno realizzate nei prossimi mesi: una giornata di studio sulla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, una gara di pesca accessibile a disabili, l’attivazione di un laboratorio di sartoria, uno spettacolo per bambini, una mostra con opere di artisti handicappati, iniziative di informazione sulla legislazione per l’abbattimento delle barriere e sulle piaghe da decubito. Si pensa, inoltre, a un collegamento più forte fra l’Aniep e le altre associazioni chiusine.
Intanto, sempre nella sala convegni San Francesco, è stata organizzata una mostra di mobili, sanitari e ausili per la mobilità personale progettati per l’uso da parte di persone con difficoltà motorie, aperta anche domani (13 settembre) per l’intera giornata. Prevista una merenda a base di prodotti locali, intorno alle 16. Alle 21.15, al teatro Mascagni, sarà di scena un “contro monologo” di e con David Anzalone, dal titolo “TargatoH”, regia e musiche di Alessandro Castriota. Si tratta di uno spettacolo comico, il cui filo conduttore è il costante ribaltamento in chiave ironica delle concezioni comuni che si hanno nei confronti dell'handicap e dell'handicappato. “Targato H” è la rappresentazione di due modi di intendere la vita. L'ottusità di chi si lascia ingabbiare dal pregiudizio opposta alla consapevolezza di chi guarda in faccia alla realtà, la chiama con il proprio nome e per questo ne esce vincente. Proprio partendo da una presa di coscienza della propria condizione di portatore di handicap si può abbattere quella cultura caritatevole che genera il pregiudizio. Dalla narrazione del quotidiano, rielaborato in chiave comica, scaturisce la risata che demolisce la classificazione castrante tra normalità e anormalità e fa riflettere sulle iniquità che albergano nella vita di tutti i giorni.