CHIUSI. Un gruppo di imprese e associazioni artigiane sarà coinvolto, in Val di Chiana, in un progetto finanziato dall’Unione europea coordinato da Citema (acronimo di “Città Europea dei Mestieri d’Arte”), in collaborazione con alcuni Comuni. Il cuore pulsante dell’operazione è a Borgo Dolciano, antica fattoria nel comune di Chiusi dove l’associazione Citema ha sede, diretta da Maïté Mazel, con un nuovo presidente: di recente è stato nominato Vincenzo Mencaglia delle ceramiche Pippo di Cetona.
Il principale obiettivo del progetto è la creazione di una rete tra imprese e associazioni. E non solo: un’attenzione nuova sarà portata ai mestieri aperti verso il design, l’industria, e saranno proposte iniziative come la formazione professionale, l’aggiornamento di professionisti e di giovani per valorizzare e salvaguardare i mestieri. Nelle prossime settimane si prevede lo sviluppo di un dialogo interculturale, con incontri tra professionisti e la possibilità di scambiare la conoscenza su tecniche di lavorazione. Sviluppo della creatività, incontro con uno stile contemporaneo, scambi tra artigiani affermati e giovani permetteranno l’integrazione tra tecniche tradizionali e design. Prevista anche una biennale, “EuropArtIncontro”, per rinnovare un approccio al mondo artigiano, anche attraverso la comunicazione e la teatralità.
“Diamo sostegno a un progetto – osserva il sindaco di Chiusi Luca Ceccobao – che ha l’ambizione di sperimentare pratiche organizzative e manageriali innovative nel settore della cultura, come fattore di innovazione sociale ed economica”. Il “laboratorio” di Chiusi coinvolge i comuni di Chiusi, Cetona, Chianciano Terme, Città delle Pieve, Montepulciano, Paciano, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda.
Gli altri laboratori e partner del progetto comunitario sono a Marsiglia e a Parigi in Francia, a Ljubljana in Slovenia, a Kotor in Montenegro, ad Albenga in Liguria e a Valencia in Spagna. Dagli esiti di queste sperimentazioni emergeranno nuove forme organizzative, economiche e sociali nell’artigianato. I risultati verranno poi diffusi su scala locale, in ogni paese dei partner, nell’aera Med e nei Paesi europei, attraverso diversi strumenti: in particolare via Internet, tre conferenze transnazionali e un libro verde. I partner del progetto, oltre agli enti locali, sono varie società e associazioni di diversi Paesi.
Il principale obiettivo del progetto è la creazione di una rete tra imprese e associazioni. E non solo: un’attenzione nuova sarà portata ai mestieri aperti verso il design, l’industria, e saranno proposte iniziative come la formazione professionale, l’aggiornamento di professionisti e di giovani per valorizzare e salvaguardare i mestieri. Nelle prossime settimane si prevede lo sviluppo di un dialogo interculturale, con incontri tra professionisti e la possibilità di scambiare la conoscenza su tecniche di lavorazione. Sviluppo della creatività, incontro con uno stile contemporaneo, scambi tra artigiani affermati e giovani permetteranno l’integrazione tra tecniche tradizionali e design. Prevista anche una biennale, “EuropArtIncontro”, per rinnovare un approccio al mondo artigiano, anche attraverso la comunicazione e la teatralità.
“Diamo sostegno a un progetto – osserva il sindaco di Chiusi Luca Ceccobao – che ha l’ambizione di sperimentare pratiche organizzative e manageriali innovative nel settore della cultura, come fattore di innovazione sociale ed economica”. Il “laboratorio” di Chiusi coinvolge i comuni di Chiusi, Cetona, Chianciano Terme, Città delle Pieve, Montepulciano, Paciano, Pienza, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda.
Gli altri laboratori e partner del progetto comunitario sono a Marsiglia e a Parigi in Francia, a Ljubljana in Slovenia, a Kotor in Montenegro, ad Albenga in Liguria e a Valencia in Spagna. Dagli esiti di queste sperimentazioni emergeranno nuove forme organizzative, economiche e sociali nell’artigianato. I risultati verranno poi diffusi su scala locale, in ogni paese dei partner, nell’aera Med e nei Paesi europei, attraverso diversi strumenti: in particolare via Internet, tre conferenze transnazionali e un libro verde. I partner del progetto, oltre agli enti locali, sono varie società e associazioni di diversi Paesi.