CHIUSI. La Città di Porsenna conferma un legame molto stretto con la Terra Santa, e anche concreto: è fatto di vicende e aiuti umanitari, forti rapporti personali, conditi da episodi talvolta toccanti.
Un convegno, ieri (8 settembre), lo ha dimostrato chiaramente: Padre Ibrahim Faltas, francescano di origine egiziana e parroco di Gerusalemme, ha ricordato come un provvidenziale regalo arrivato da Chiusi abbia salvato la vita a decine di persone.
Il contesto è l’assedio dell’esercito israeliano alla Basilica della natività, nell’aprile 2002. In quelle circostanze drammatiche furono indispensabili la pasta e il riso mandati dagli abitanti di Chiusi, nascosti tra i regali natalizi destinati ai bambini di Betlemme, che erano stati sequestrati fino a marzo.
Quei prodotti alimentari, arrivati fortunosamente in tempo utile, consentirono di salvare la vita a oltre duecento assediati nella basilica tra frati francescani, suore, palestinesi, greci, fino al cessare della morsa dell’esercito israeliano. Ma questo è solo un piccolo esempio del lavoro portato avanti dal parroco di Chiusi don Antonio Canestri e dal vescovo monsignor Rodolfo Cetoloni, che da anni operano in Palestina. Ed ora anche la centenaria banca Valdichiana, nata a Chiusi, sta per sperimentare con altri istituti del Credito cooperativo toscano esperienze di sostegno a piccole imprese in Terra Santa (oltre a un viaggio dei soci, previsto a ottobre), nell’ambito di un progetto della fondazione Giovanni Paolo II, cui aderisce anche il Comune.
Padre Ibrahim Faltas ha aggiunto il ricordo dell’ospitalità data, tempo fa, dalla cittadina “etrusca” a cinquanta boyscout di quelle terre martoriate. Insomma, con il convegno di ieri, al quale erano presenti il sindaco Luca Ceccobao e l’assessore provinciale Fabio Dionori, Chiusi ha confermato un rapporto sempre più solido, condito da alcuni momenti di commozione: attraverso un supporto di suggestive immagini è stata commemorata la memoria di padre Michele Piccirillo, frate minore della Custodia e archeologo di fama mondiale. Lavorando sulle due sponde del Giordano, ha dedicato la sua vita alla ricerca archeologica con determinazione e passione fino all’improvviso decesso, sopravvenuto poco meno di anno fa: al suo funerale si sono visti le lacrime degli arabi e l’omaggio di uomini di stato. Fu un personaggio sopra le righe, che pure aveva visitato Chiusi ventidue anni fa. Un prezioso anello di collegamento di queste storie toccanti è Donata Robiolo Bose, molto legata a Chiusi e rappresentante del consolato italiano a Gerusalemme.
Un convegno, ieri (8 settembre), lo ha dimostrato chiaramente: Padre Ibrahim Faltas, francescano di origine egiziana e parroco di Gerusalemme, ha ricordato come un provvidenziale regalo arrivato da Chiusi abbia salvato la vita a decine di persone.
Il contesto è l’assedio dell’esercito israeliano alla Basilica della natività, nell’aprile 2002. In quelle circostanze drammatiche furono indispensabili la pasta e il riso mandati dagli abitanti di Chiusi, nascosti tra i regali natalizi destinati ai bambini di Betlemme, che erano stati sequestrati fino a marzo.
Quei prodotti alimentari, arrivati fortunosamente in tempo utile, consentirono di salvare la vita a oltre duecento assediati nella basilica tra frati francescani, suore, palestinesi, greci, fino al cessare della morsa dell’esercito israeliano. Ma questo è solo un piccolo esempio del lavoro portato avanti dal parroco di Chiusi don Antonio Canestri e dal vescovo monsignor Rodolfo Cetoloni, che da anni operano in Palestina. Ed ora anche la centenaria banca Valdichiana, nata a Chiusi, sta per sperimentare con altri istituti del Credito cooperativo toscano esperienze di sostegno a piccole imprese in Terra Santa (oltre a un viaggio dei soci, previsto a ottobre), nell’ambito di un progetto della fondazione Giovanni Paolo II, cui aderisce anche il Comune.
Padre Ibrahim Faltas ha aggiunto il ricordo dell’ospitalità data, tempo fa, dalla cittadina “etrusca” a cinquanta boyscout di quelle terre martoriate. Insomma, con il convegno di ieri, al quale erano presenti il sindaco Luca Ceccobao e l’assessore provinciale Fabio Dionori, Chiusi ha confermato un rapporto sempre più solido, condito da alcuni momenti di commozione: attraverso un supporto di suggestive immagini è stata commemorata la memoria di padre Michele Piccirillo, frate minore della Custodia e archeologo di fama mondiale. Lavorando sulle due sponde del Giordano, ha dedicato la sua vita alla ricerca archeologica con determinazione e passione fino all’improvviso decesso, sopravvenuto poco meno di anno fa: al suo funerale si sono visti le lacrime degli arabi e l’omaggio di uomini di stato. Fu un personaggio sopra le righe, che pure aveva visitato Chiusi ventidue anni fa. Un prezioso anello di collegamento di queste storie toccanti è Donata Robiolo Bose, molto legata a Chiusi e rappresentante del consolato italiano a Gerusalemme.