CHIUSI. A Chiusi è stata celebrata la Festa della Liberazione con l’emozione e il trasporto di sempre, ma facendo attenzione ad adottare tutte le misure cautelative in contrasto al Covid-19. La consueta sfilata e deposizione delle corone nei vari monumenti ai caduti si è svolta in forma molto ridotta ed è stata presidiata soltanto dal sindaco Juri Bettollini accompagnato dal Gonfalone Comunale, da due agenti della Polizia Municipale, da un rappresentante della sezione A.N.P.I. Tiradritti di Chiusi e dalla tromba del maestro della Filarmonica Città di Chiusi, che ha intonato Bella Ciao e l’Inno di Mameli. La celebrazione del 25 Aprile è partita, come sempre, da Montallese per poi fare tappa a Macciano, Rione Carducci, Chiusi Stazione e Chiusi Città dove, il primo cittadino, ha tenuto anche un discorso comunicato ai cittadini attraverso una doppia diretta Facebook, sul proprio profilo e sulla pagina istituzionale del Comune.
“Quest’anno – dichiara il sindaco Juri Bettollini – abbiamo vissuto un 25 aprile in una maniera inedita: senza cortei, senza la musica della Filarmonica, senza la solita allegria ed emozione collettiva che sempre ha contraddistinto questo giorno di Festa.
Ormai da più di due mesi viviamo un periodo di emergenza sanitaria che ha sconvolto la nostra Città e il mondo intero; ha cambiato la nostra vita quotidiana, le nostre abitudini, le nostre certezze, i rapporti interpersonali e anche i momenti sociali e collettivi.
Forse proprio in questo periodo di grandi limitazioni ci siamo potuti rendere conto di quanto la nostra Libertà sia per noi un concetto e un sentimento fortemente interiorizzato, una caratteristica intrinseca del nostro essere persone italiani ed europei.
A volte nella narrazione di questa emergenza sanitaria è stato fatto il paragone con la guerra ed è stato forse un paragone azzardato e non del tutto corretto perché se è vero che è un termine che rende bene l’idea del grande impegno che ogni persona sta mettendo in pratica a partire da tutti i professionisti che lavorano nel mondo della sanità, che ringraziamo; “guerra” è, altresì, una parola che porta con sé il concetto dell’odio degli uni verso gli altri e, invece, quello che stiamo vivendo è un tempo che ha visto tanta solidarietà. E’ anche per questo che oggi più che mai vogliamo difendere i valori e i principi della Resistenza, della nostra Repubblica, della nostra Costituzione e anche il principio che in Italia una persona viene sempre curata.
Proprio perché siamo in un momento di difficoltà collettiva è importante celebrare la Festa della Liberazione che, 75 anni fa, ha visto le Italiane e gli Italiani liberarsi da vent’anni di dittatura e da cinque lunghi anni di guerra mondiale.
La liberazione dal Nazifascismo è il fondamento della nostra Repubblica, di quello che siamo e di quello che vogliamo continuare ad essere.
La pace in cui viviamo, la nostra Democrazia e il valore di uguaglianza su cui si basa la nostra Italia li dobbiamo alle tante persone che decisero di lottare e non si arresero all’indifferenza, che scelsero la parte giusta in cui lottare e si impegnarono, a costo della propria vita, per donare a tutti la libertà.
Oggi celebriamo la nostra Festa Nazionale della Liberazione e nulla potrà mai farci dimenticare le nostre radici. Il 25 aprile è il giorno in cui l’Italia è rinata dopo l’oppressione nazifascista. È quindi la data fondativa della nostra democrazia. La lotta di Liberazione fu una lotta unitaria e la Resistenza non può essere il patrimonio di una fazione politica ma deve essere il patrimonio di tutta la Nazione.
Aderiamo anche all’appello “Iorestolibero” lanciato da un amico di Chiusi, Carlin Petrini fondatore di Slow Food, e a cui hanno aderito tante associazioni a partire da ANPI per una grande manifestazione nazionale virtuale alla quale parteciperemo intonando Bella Ciao.
Perché tutto questo? Perché per tornare a immaginare il futuro abbiamo bisogno di fare affidamento ai nostri valori fondanti e per farlo avremo bisogno dell’impegno di tutti noi: a partire dai cittadini fino alla nostra classe politica italiana ed europea che dovrà dimostrarsi all’altezza del compito. Questo è forse il banco di prova più difficile che ci troviamo ad affrontare a livello europeo dopo molti anni, l’Europa nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale, dalle menti che la pensarono come culla di pace e simbolo di libertà è chiamata a dimostrare tutto il suo potenziale, tutto il suo valore potenziale respingendo quei tentativi sovranisti che ci allontanano dal sogno europeista che ha visto crescere le ultime generazioni.
L’esempio e i valori della Resistenza che hanno ispirato la ricostruzione morale e civile del nostro Paese dovranno rappresentare anche per il nostro domani l’unica strada da percorre per far sì che la nostra Italia possa risalire la china nel segno della solidarietà, dei diritti, della speranza e della legalità. E non ci arrenderemo a coloro che non riconoscono il valore di questa giornata; non ci arrenderemo ai portatori di odio e di paura. Dobbiamo combattere ogni giorno con la forza delle nostre idee, con lo spirito democratico che ci contraddistingue e con la tolleranza necessaria per difendere l’Italia, la nostra Comunità, la nostra Libertà e la nostra Democrazia.”