CHIANCIANO TERME. Da Aristeo Biancolini del Comitato Terme Sanità e Natura riceviamo e pubblichiamo il documento approvato il 17 e 24 luglio 2010.
"L’assemblea dei cittadini che il 16 novembre 2002 costituì il nostro Comitato aveva già chiaro l’indirizzo della nuova gestione delle terme: quello di abbandonare il comparto curativo Acquasanta e trasformare l’azienda in un complesso centro benessere. Da allora il Comitato ha promosso una insistente campagna per dimostrare che tutte le iniziative e i servizi extra termali erano necessari e utili per costruire una Chianciano economicamente più articolata rispetto al passato, ma senza il parziale recupero del “prodotto” Acquasanta, specifico e unico, che può attingere ad un bacino di 9 milioni di malati epatici, la sua crisi economica e ambientale sarebbe stata inevitabile.
Da allora una lunga filiera di note personalità politiche e amministrative ha riconosciuto, a parole, l’esigenza di rilanciare il comparto curativo investendo, nei fatti, solo in settori termali marginali e soprattutto programmando una serie di investimenti extra termali che avrebbero dovuto “riposizionare Chianciano” fino a cancellare le parole fegato sano dalla sua pubblicità e la parola terme dal nome del Comune.
Il Comitato ha contestato per anni questa linea suicida senza rinunciare a seguire con attenzione progetti e attività, nel settore extra termale, peraltro già avviati da albergatori e agenzie che già nel 2001 avevano ottenuto oltre 450.000 presenze annue. Dopo la fase distruttiva del bingo e dello stabilimento imbottigliamento, la Immobiliare Terme avviava a costruzione le Piscine Sillene, la Soc. Terme realizzava poi il Centro Sensoriale e la Fondazione Terme il pur discusso Palamontepaschi. E’ ancora finanziato un Palacongressi in area verde e di forte disturbo per il parco terme.
Si tenga conto che gli investimenti nel comparto extra termale ammontano ad oltre 28 mln di €, tuttavia i loro impianti a regime non potrebbero compensare la perdita annua di 30.000 presenze di curandi.
Ma l’incalzare della crisi, che nel 2008 aveva già portato alla chiusura di 70 alberghi e di decine di negozi con la perdita di oltre 1800 posti di lavoro, con conseguente riduzione delle entrate comunali e un crescente vistoso degrado, metteva in luce il fallimento di questa politica e spingeva la Provincia a realizzare, il 16 gennaio 2009, un accordo con Comune, Fondazione MPS e Azienda Terme; accordo che accoglieva finalmente l’unico intervento proposto in dieci anni nel comparto curativo: il “Progetto Fraioli”, un progetto triennale di ricerca, promozione e comunicazione in RAITV, che impegna Università e Sindacati Medici a promuovere 240 Corsi ECM di Specializzazione in Medicina Termale a migliaia di Medici di Famiglia, innanzitutto nelle Regioni che già inviano a Chianciano il maggior numero di malati epatici.
Avviato a realizzazione, il progetto ha subito pesanti tagli e rinvii per intervento dei ben noti antitermalisti, che operano per obbiettivi non trasparenti calpestando le assicurazioni date il 31 luglio 2009 dal nuovo Presidente della Provincia e l’unanime recente voto espresso dal Consiglio Comunale.
Se, come ormai è chiaro, la stagione 2010 segnerà un ulteriore grave arretramento economico-sociale con altri alberghi che chiudono, con la perdita di altri posti di lavoro, con ulteriore impoverimento della nostra comunità e dell’indotto di tutta la zona, è necessaria una iniziativa pubblica per rendere trasparenti le responsabilità a partire da quanti avevano garantito “soluzioni moderne alternative al superato uso delle cure tradizionali”.
Innanzitutto sullo stato delle nuove piscine Sillene.
Il Comitato, che, ripetiamo, ha discusso e condiviso a suo tempo la loro realizzazione, ritiene oggettivamente inaccettabile il trascorso di otto anni di procedure formali senza alcuna parziale realizzazione, otto anni impegnati nella rielaborazione di quattro successivi progetti e caratterizzati perfino dalla distruzione di manufatti; a nostro avviso, anche a voler prendere per buoni tutti i possibili aspetti giustificativi, non siamo più di fronte ad evenienze pur eccezionali, ma a fatti comunque censurabili che impongono, a fronte dell’imponente investimento di fondi pubblici, regionali e non, ogni iniziativa di indagine e di verifica trasparente delle connesse responsabilità. Il Comitato si rivolge pertanto in primo luogo alla Regione Toscana affinché avvii ogni opportuna iniziativa di accertamento riservandosi comunque ogni altra azione in ogni possibile sede competente.
Il Comitato Terme mantiene intatta la disponibilità al dialogo per realizzare una Chianciano realmente integrata, finalmente aperta alla collaborazione dei suoi cittadini".
"L’assemblea dei cittadini che il 16 novembre 2002 costituì il nostro Comitato aveva già chiaro l’indirizzo della nuova gestione delle terme: quello di abbandonare il comparto curativo Acquasanta e trasformare l’azienda in un complesso centro benessere. Da allora il Comitato ha promosso una insistente campagna per dimostrare che tutte le iniziative e i servizi extra termali erano necessari e utili per costruire una Chianciano economicamente più articolata rispetto al passato, ma senza il parziale recupero del “prodotto” Acquasanta, specifico e unico, che può attingere ad un bacino di 9 milioni di malati epatici, la sua crisi economica e ambientale sarebbe stata inevitabile.
Da allora una lunga filiera di note personalità politiche e amministrative ha riconosciuto, a parole, l’esigenza di rilanciare il comparto curativo investendo, nei fatti, solo in settori termali marginali e soprattutto programmando una serie di investimenti extra termali che avrebbero dovuto “riposizionare Chianciano” fino a cancellare le parole fegato sano dalla sua pubblicità e la parola terme dal nome del Comune.
Il Comitato ha contestato per anni questa linea suicida senza rinunciare a seguire con attenzione progetti e attività, nel settore extra termale, peraltro già avviati da albergatori e agenzie che già nel 2001 avevano ottenuto oltre 450.000 presenze annue. Dopo la fase distruttiva del bingo e dello stabilimento imbottigliamento, la Immobiliare Terme avviava a costruzione le Piscine Sillene, la Soc. Terme realizzava poi il Centro Sensoriale e la Fondazione Terme il pur discusso Palamontepaschi. E’ ancora finanziato un Palacongressi in area verde e di forte disturbo per il parco terme.
Si tenga conto che gli investimenti nel comparto extra termale ammontano ad oltre 28 mln di €, tuttavia i loro impianti a regime non potrebbero compensare la perdita annua di 30.000 presenze di curandi.
Ma l’incalzare della crisi, che nel 2008 aveva già portato alla chiusura di 70 alberghi e di decine di negozi con la perdita di oltre 1800 posti di lavoro, con conseguente riduzione delle entrate comunali e un crescente vistoso degrado, metteva in luce il fallimento di questa politica e spingeva la Provincia a realizzare, il 16 gennaio 2009, un accordo con Comune, Fondazione MPS e Azienda Terme; accordo che accoglieva finalmente l’unico intervento proposto in dieci anni nel comparto curativo: il “Progetto Fraioli”, un progetto triennale di ricerca, promozione e comunicazione in RAITV, che impegna Università e Sindacati Medici a promuovere 240 Corsi ECM di Specializzazione in Medicina Termale a migliaia di Medici di Famiglia, innanzitutto nelle Regioni che già inviano a Chianciano il maggior numero di malati epatici.
Avviato a realizzazione, il progetto ha subito pesanti tagli e rinvii per intervento dei ben noti antitermalisti, che operano per obbiettivi non trasparenti calpestando le assicurazioni date il 31 luglio 2009 dal nuovo Presidente della Provincia e l’unanime recente voto espresso dal Consiglio Comunale.
Se, come ormai è chiaro, la stagione 2010 segnerà un ulteriore grave arretramento economico-sociale con altri alberghi che chiudono, con la perdita di altri posti di lavoro, con ulteriore impoverimento della nostra comunità e dell’indotto di tutta la zona, è necessaria una iniziativa pubblica per rendere trasparenti le responsabilità a partire da quanti avevano garantito “soluzioni moderne alternative al superato uso delle cure tradizionali”.
Innanzitutto sullo stato delle nuove piscine Sillene.
Il Comitato, che, ripetiamo, ha discusso e condiviso a suo tempo la loro realizzazione, ritiene oggettivamente inaccettabile il trascorso di otto anni di procedure formali senza alcuna parziale realizzazione, otto anni impegnati nella rielaborazione di quattro successivi progetti e caratterizzati perfino dalla distruzione di manufatti; a nostro avviso, anche a voler prendere per buoni tutti i possibili aspetti giustificativi, non siamo più di fronte ad evenienze pur eccezionali, ma a fatti comunque censurabili che impongono, a fronte dell’imponente investimento di fondi pubblici, regionali e non, ogni iniziativa di indagine e di verifica trasparente delle connesse responsabilità. Il Comitato si rivolge pertanto in primo luogo alla Regione Toscana affinché avvii ogni opportuna iniziativa di accertamento riservandosi comunque ogni altra azione in ogni possibile sede competente.
Il Comitato Terme mantiene intatta la disponibilità al dialogo per realizzare una Chianciano realmente integrata, finalmente aperta alla collaborazione dei suoi cittadini".