CHIANCIANO TERME. Sembra un copione che si ripete, puntualmente, ad ogni fine stagione, ormai da qualche anno.
La crisi a Chianciano imperversa e, questa volta, oltre alle solite colpe "imputabili" all'azienda termale, ci sono altri "ingredienti" che contribuiscono allo svilimento di un settore che resta primario nell'economia chiancianese.
Ad enumerarli la presidente dell'associazione albergatori, Simonetta Mencarelli che quantifica anche le perdite: -12% rispetto allo scorso anno che aveva visto una perdita, rispetto all'anno precedente, del 10%.
"Altri fenomeni influiscono negativamente e riducono i margini del mercato turistico di Chianciano – dice Mencarelli – penalizzato da una generale tendenza dei clienti, a ridurre la durata del soggiorno. Alle minori presenze degli italiani, deve aggiungersi un calo di ospiti stranieri scoraggiati dall'indebolimento delle loro valute”.
La primavera, riferisce la presidente degli albergatori, era già stata una delusione ma, fino a quel momento, si poteva sperare nei mesi estivi: invece, la delusione si è prolungata ed ora non si può che sperare nel mese di settembre, da sempre "compatibile" con le vacanze alle terme.
Nell'indagine dell'associazione albergatori di Chianciano si evince anche come, ad essere colpiti dalla crisi sono sia gli hotel a 3-4 stelle che gli alberghi più modesti, così come gli agriturismi.
Mencarelli precisa che sono in calo anche le presenze dei turisti organizzati in gruppi che "nei precedenti periodi – spiega la presidente degli albergatori chiancianesi – permettevano di programmare l’attività. Queste diminuzioni non sono compensate dai turisti individuali che, in ogni caso, per la tendenza a ritardare le prenotazioni, non consentono di organizzare con certezza la gestione”.
Nessun allarmismo, precisa la numero uno degli albergatori "ma, in ogni caso, è necessario un ampio confronto sul futuro di Chianciano come destinazione turistico-termale. Occorre avviare un’analisi attenta sull’andamento dei flussi e capire quali sono i fattori di competitività e quali i punti deboli. Occorre, forse, anche migliorare la promozione e aumentare l'attrazione, valorizzando gli aspetti che possono convincere il turista, evitando la dispersione delle risorse e di disorientare il cliente".
Un discorso a parte merita, per Mencarelli, “il turismo fieristico-congressuale, che continua a stentare mentre potrà avere un ruolo strategico per la nostra economia. Una difficoltà dovuta anche al fatto che siamo ancora in attesa del decollo del palacongressi, che dia precise garanzie per il futuro. Stesso discorso per le altre alternative del territorio e gli eventi culturali, le attrattive e gli spettacoli che dovrebbero rappresentare un motivo ulteriore di visita”. Ed ancora altre le situazioni, conclude Mencarelli, “su cui occorre riflettere. Occorre dirigere le risorse finanziarie in modo oculato e coordinato. Certo, è necessario anche riflettere sulla professionalità di chi nel territorio gestisce il cliente disponibile ma esigente delle strutture turistiche. Per Chianciano, già da tempo è necessario fare delle scelte capaci di intercettare le nuove tendenze del viaggiatore evoluto. Decisioni rivolte non solo alla quantità ma anche e soprattutto alla qualità, no alla stagionalità ma alla continuità di presenze nei diversi mesi dell’anno”.
La crisi a Chianciano imperversa e, questa volta, oltre alle solite colpe "imputabili" all'azienda termale, ci sono altri "ingredienti" che contribuiscono allo svilimento di un settore che resta primario nell'economia chiancianese.
Ad enumerarli la presidente dell'associazione albergatori, Simonetta Mencarelli che quantifica anche le perdite: -12% rispetto allo scorso anno che aveva visto una perdita, rispetto all'anno precedente, del 10%.
"Altri fenomeni influiscono negativamente e riducono i margini del mercato turistico di Chianciano – dice Mencarelli – penalizzato da una generale tendenza dei clienti, a ridurre la durata del soggiorno. Alle minori presenze degli italiani, deve aggiungersi un calo di ospiti stranieri scoraggiati dall'indebolimento delle loro valute”.
La primavera, riferisce la presidente degli albergatori, era già stata una delusione ma, fino a quel momento, si poteva sperare nei mesi estivi: invece, la delusione si è prolungata ed ora non si può che sperare nel mese di settembre, da sempre "compatibile" con le vacanze alle terme.
Nell'indagine dell'associazione albergatori di Chianciano si evince anche come, ad essere colpiti dalla crisi sono sia gli hotel a 3-4 stelle che gli alberghi più modesti, così come gli agriturismi.
Mencarelli precisa che sono in calo anche le presenze dei turisti organizzati in gruppi che "nei precedenti periodi – spiega la presidente degli albergatori chiancianesi – permettevano di programmare l’attività. Queste diminuzioni non sono compensate dai turisti individuali che, in ogni caso, per la tendenza a ritardare le prenotazioni, non consentono di organizzare con certezza la gestione”.
Nessun allarmismo, precisa la numero uno degli albergatori "ma, in ogni caso, è necessario un ampio confronto sul futuro di Chianciano come destinazione turistico-termale. Occorre avviare un’analisi attenta sull’andamento dei flussi e capire quali sono i fattori di competitività e quali i punti deboli. Occorre, forse, anche migliorare la promozione e aumentare l'attrazione, valorizzando gli aspetti che possono convincere il turista, evitando la dispersione delle risorse e di disorientare il cliente".
Un discorso a parte merita, per Mencarelli, “il turismo fieristico-congressuale, che continua a stentare mentre potrà avere un ruolo strategico per la nostra economia. Una difficoltà dovuta anche al fatto che siamo ancora in attesa del decollo del palacongressi, che dia precise garanzie per il futuro. Stesso discorso per le altre alternative del territorio e gli eventi culturali, le attrattive e gli spettacoli che dovrebbero rappresentare un motivo ulteriore di visita”. Ed ancora altre le situazioni, conclude Mencarelli, “su cui occorre riflettere. Occorre dirigere le risorse finanziarie in modo oculato e coordinato. Certo, è necessario anche riflettere sulla professionalità di chi nel territorio gestisce il cliente disponibile ma esigente delle strutture turistiche. Per Chianciano, già da tempo è necessario fare delle scelte capaci di intercettare le nuove tendenze del viaggiatore evoluto. Decisioni rivolte non solo alla quantità ma anche e soprattutto alla qualità, no alla stagionalità ma alla continuità di presenze nei diversi mesi dell’anno”.