Il 28 gennaio i giovani si ritrovano al Centro Giovani “La Cripta” per l’intera giornata
CHIANCIANO TERME. Il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, ricorre il “Giorno della memoria” istituito dal Parlamento Italiano nel 2000 (Legge 20 luglio 2000, n. 211), al fine di ricordare la Shoah e rendere omaggio alle numerose vittime, nonché a tutti coloro che, a rischio della propria vita, si sono opposti al folle progetto di sterminio. A Chianciano Terme la ricorrenza viene celebrata dall’Istituto Comprensivo “F. Tozzi” domani (28 gennaio) presso il Centro Giovani “La Cripta” dove per l’intera giornata gli studenti delle classi terze della Scuola Secondaria di primo grado dell’istituto avranno l’opportunità di seguire vari eventi. I giovani si ritroveranno alle ore 8:25 direttamente presso il Centro Giovani “La Cripta” dove, dopo il saluto da parte del Sindaco del Comune di Chianciano Terme, Andrea Marchetti e del Parroco Don Carlo si svolgerà un incontro-dibattito con alcune associazioni locali per affrontare i problemi legati ai diritti umani e al divario Nord / Sud del mondo. Dopo la pausa “pranzo al sacco”, i giovani dalle ore 14:30, assisteranno alla proiezione del film “Anita B.” (2014), diretto da Roberto Faenza, adattamento cinematografico del romanzo “Quanta stella c’è nel cielo” di Edith Bruck.
«In questa occasione – si legge in una nota firmata dalla Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “F. Tozzi”, Maddalena Muntemurro – è opportuno che siano attivate iniziative nelle scuole di ogni ordine e grado, volte ad analizzare le circostanze che hanno dato avvio ad uno dei periodi più oscuri della storia dell’Europa e ad approfondire gli eventi che ne hanno segnato il tragico sviluppo affinché ne venga conservata la memoria. La trasmissione della memoria fra le generazioni – prosegue la nota – è infatti un dovere morale a cui la scuola non può in alcun modo sottrarsi, tanto più in un’epoca come quella attuale caratterizzata da rapida evoluzione che, modificando la società e le relazioni umane, mette a rischio il senso della storia e la coscienza collettiva. Ricordare è un atto doveroso anche al fine di evitare che gli errori del passato si ripropongano, pur in forme diverse. Come ammonisce Primo Levi – chiude la nota – le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare”».