La targa posta sulla facciata della casa in cui nacque il pittore cetonese sarà scoperta dal sindaco Eva Barbanera venerdì 6 gennaio in Piazza Garibaldi
CETONA. Venerdì 6 gennaio alle ore 11,30, in Piazza Garibaldi a Cetona, verrà scoperta la targa commemorativa posta sulla facciata della casa in cui nacque il pittore cetonese Lionello Balestrieri. Si tratta di un’altra importante iniziativa a cura della Fondazione Lionello Balestrieri, che insieme al Comune di Cetona ha voluto rivolgere all’artista insignito della medaglia d’oro all’esposizione universale di Parigi del 1900 per il famoso quadro “Il Beethoven”. Al termine della cerimonia è previsto un brindisi presso la sede comunale dove da tempo è stato allestito lo “Studio Balestrieri” che raccoglie, oltre alle sue opere, tutto un carteggio privato che racconta la vita del pittore e le sue conoscenze con personaggi illustri dell’epoca. Per la particolare commemorazione dell’artista soprannominato “il pittore della musica”, il brindisi verrà allietato dall’intervento musicale del giovane pianista cetonese Samuele Cuicchio.
Lionello Balestrieri e Cetona, un legame di nascita. La ‘storia’ del Pittore Lionello Arduino Balestrieri inizia da un registro dell’anagrafe dove, con la calligrafia del tempo, viene registrato, davanti a testimoni, che Lionello è nato il 12 settembre 1872 in Cetona, nell’abitazione al numero civico 2 di Piazza Garibaldi. L’edificio odierno, diviso tra due proprietà, vede ancora conservare l’accesso al n° 2 di Piazza Garibaldi, che all’epoca risultava come unico ingresso all’abitazione dove da “illegittima unione con donna nubile” il bambino venne alla luce e registrato all’anagrafe dal solo padre naturale, il modesto ventitreenne muratore Balestrieri Torello. Solo un anno dopo, in occasione delle nozze, fu legittimato dalla madre Agnese Bassi, una giovane ragazza diciottenne proveniente da Santa Fiora, la quale, molto probabilmente, era già a servizio presso la facoltosa famiglia proprietaria dello stabile dove verrà affissa la targa. Consapevole della modesta provenienza, Lionello Balestrieri un po’ per ragioni sentimentali, un po’ perché attirato dalla fama artistica di Parigi, a vent’anni si stabilì nella capitale francese, prendendo alloggio in una soffitta d’un grande palazzo popolare. Cominciò così la sua vita bohémienne e dove tra un successo e l’altro pensò di usare lo stesso cognome della madre come pseudonimo nel suo libro autobiografico “Una rondine non fa primavera”, rimasto solo un manoscritto fino a quando la Fondazione Balestrieri lo ha pubblicato nel giugno 2008 (Edisai Srl – Ferrara) nella speranza, come auspicato dall’autore, “che qualche raro lettore…trovi nel mio povero scritto qualcosa che l’appaghi”.