Gli agenti penitenziari sono accusati di torture fisiche e psicologiche

SAN GIMIGNANO. Di seguito la nota congiunta di Susanna Cenni (Pd), Andrea Marrucci, sindaco di San Gimignano, e dell’assessore alle politiche sociali Daniela Morbis dopo la sospensione di 4 poliziotti accusati di torture nel carcere di Ranza.
“Da troppo tempo la Casa di Reclusione di San Gimignano è abbandonata al suo destino, senza una direzione stabile e da mesi senza Comandante e Vice Comandante del corpo di Polizia penitenziaria.
La nostra attenzione verso la struttura è alta da anni e anche in virtù di questa attenzione anche di recente sono arrivati alcuni nuovi agenti. Più volte abbiamo denunciato questa situazione: le difficoltà di agenti e detenuti, le carenze infrastrutturali e chiesto interventi urgenti agli enti preposti. Richiesta sfociata in una esplicita lettera di misure urgenti al Ministro Bonafede.
La buona notizia è che il Ministero ci ha finalmente risposto e, oltre all’arrivo di alcuni agenti, ci ha comunicato che la vicenda del comandante di reparto è stata parzialmente risolta in quanto tale funzione “è stata conferita a un Commissario capo del corpo di Polizia penitenziaria” che, da vie informali, sappiamo dovrebbe entrare in servizio da lunedì prossimo.
Tuttavia restano difficili le condizioni di vita e di lavoro all’interno della struttura, e la notizia di oggi della sospensione immediata dal servizio da parte del Dap di 4 agenti ci ferisce e rammarica. Confidiamo nella rapida verifica da parte della Magistratura e confidiamo nel corretto operato e nella professionalità degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nello svolgere il loro delicato lavoro e allo tempo stesso chiediamo massima chiarezza nell’interesse di tutti.
Così come torniamo a chiedere con forza che siano una volta per tutti affrontati i problemi di Ranza, dal sovraffollamento (il Ministero ci parla di 352 detenuti su 235 posti disponibili), al completamento della dotazione organica, fino alla risoluzione definita della cronica assenza di una direzione stabile.
Per parte nostra continueremo a non voltarci dall’altra parte e a denunciare le inefficienze della struttura e chiederemo subito una nuova visita alla Casa di reclusione”.
L’antefatto
La Procura di Siena sta indagando su un episodio di pestaggio ai danni di un detenuto tunisino, che sarebbe avvenuto nel carcere di Ranza. Così il Dap ha disposto la sospensione immediata per i quattro poliziotti penitenziari destinatari di provvedimento di interdizione da parte dell’autorità giudiziaria e richiesto “doverose valutazioni disciplinari” per i quindici che hanno ricevuto un avviso di garanzia. Pare che a denunciare il fatto siano stati altri detenuti e c’è l’ipotesi che non si tratti di un caso isolato.
Le accuse della Procura di Siena vanno dalle minacce alle lesioni aggravate, al falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale, alla tortura.
Il Dap definisce l’indagine “complessa e delicata” e confida “in un accurato e pronto accertamento da parte della magistratura”, ma al tempo stesso esprime “la massima fiducia” nei confronti degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziari.