Montalcino + San Giovanni d’Asso = “Sì”
di Silvana Biasutti
MONTALCINO. Non si tratta solo di degustare prelibatezze. È importante ricordare questo appuntamento perché si tratta di un’azione davvero concreta, che va a vantaggio dei cittadini – abitanti e attività economiche – è l’appuntamento con il futuro per una comunità che diventa più forte. Per questo bisogna andare a votare – a votare Sì – al referendum che chiama i cittadini di Montalcino e di San Giovanni d’Asso, e di tutte le loro frazioni piccole e grandi, a esprimere la propria opinione sull’opportunità di fondersi amministrativamente: perché così facendo si potenzieranno diventando, tra l’altro, un vero e proprio itinerario nelle bellezze.
Quello che si terrà domenica 16 e lunedì 17 ottobre è un progetto di buonsenso (e di vantaggi), che nel caso specifico, oltre agli aspetti economici, metterà in moto una vera crescita – l’unica auspicabile di questi tempi: una crescita qualitativa –, darà modo a tutti i residenti di migliorare le proprie aspettative, stimolerà l’interesse per un turismo più attento ai contenuti, meno di consumo e più ‘lento’; infine sarà il motore di pensieri e idee più consoni a quello che non sempre ci è chiaro e che non tutti intendono nel suo vero senso: il valore di questa terra e di questo ambiente paesaggistico.
Troppo spesso quando si nomina il valore di terra e paesaggio si vedono sguardi da ‘contabili’; si capisce chiaramente che troppi residenti sono così abituati a vivere immersi in un ambiente bello e pulito che non gli attribuiscono alcun merito – nessun peso nella qualità della propria vita –.
E ai possibili sarcasmi sul valore (inestimabile) del paesaggio, di questi tempi, vorrei controbattere ricordando che un assaggio di Brunello o una grattugiata di tartufo (sul risotto) sono in grado di soddisfare appassionati e conoscitori (e l’economia di imprenditori e artigiani), ma una camminata tra Torrenieri e San Giovanni d’Asso (con visita a Pava e a Lucignanello), un tramonto visto da Montisi, una passeggiata tra boschi e vigne, da Sant’Antimo a Sant’Angelo, sono ingredienti rari e fanno parte di un patrimonio inestimabile. Gironzolare da queste parti è un privilegio riservato a chi è capace di capire che visitare un luogo bello non è solo fare il turista e ‘consumare’.
Lo sanno quelli che arrivano in bicicletta – ansanti ed emozionati – lo sanno vecchi e giovani che camminano, lo sanno quelli che si mettono in viaggio proprio per riempirsi gli occhi con questi ingredienti, lo sanno anche i cacciatori …
Tenere d’occhio, valorizzare, imparare a offrire un patrimonio che non è solo ‘consumo’, ma è anche salute, idee, sensibilità aiuterà a mantenerne bellezza e genuinità. E la fusione tra i due comuni è l’indispensabile di sinergia per costruire un distretto (forse) unico nel suo genere.
Mi sono informata e domenica voto Sì.