Chi parla sono i membri del Comitato per la Salvaguardia della Montagnola Senese, e sperano che la Provincia, con il PAERP, Piano della Attività Estrattiva Provinciale in via di approvazione, riesca a “vigilare seriamente su queste cave che stanno mangiando inesorabilmente la Montagnola Senese”. E continuano: “Il Piano Regionale PRAER stabilisce dove si possono fare le cave, individuando a grandi linee le risorse ed i giacimenti. Esistono due tipi di cave, quelle di inerti: ghiaia, sabbia, breccia, e quelle di pietra ornamentale : marmo, alabastro, travertino. Una cava di pietra ornamentale deve produrre almeno il 20% di blocchi. Ma qui nella Montagnola tre cave in particolare non estraggono i normali blocchi di 3 metri per 1. Le pareti della cava del Pagaccino, ad esempio, non assomigliano alle pareti lisce da taglio che si vedono sulle Apuane. Nella Montagnola – continuano al Comitato – la Carta delle Risorse individua la risorsa marmo, mentre cave di inerti non sono previste. Si potrebbe estrarre qui il Giallo di Siena, ma il giallo rimasto è fratturato e non sta insieme, quindi non sarebbe meglio dire che il giallo è finito e smettere di estrarre?”
E poi c’è la questione di Rassa, un nuovo giacimento di 53 ettari individuato nel cuore della Montagnola, la cui apertura è stata ventilata in questi ultimi tempi.
“E’ vero, siamo contrari a questa nuova cava – affermano al Comitato – la ditta che la coltiverebbe ha sempre dichiarato una percentuale di blocchi bassissima, non crediamo che cambierà strategia a Rassa. E quindi risaremmo con una cava di inerti, ossia marmi estratti con il martellone e macinati nel granulatore. Inoltre, le cave finora autorizzate si trovano in aree considerate dal Piano territoriale di Coordinamento della Provincia di Siena a Classe 1 di sensibilità dell’acquifero dove non sono ammessi scavi o movimenti di terra. Ripetiamo che, in base al PRAER, la Regione esige che, per poter svolgere attività estrattiva in siti protetti come questi della Montagnola, si tratti di materiale estratto unico, cioè non reperibile altrove. Gli inerti non sono mai unici, e, come dicevamo, il Giallo di Siena potrebbe essere l’unico giustificabile, ma sta finendo…”
In altre parole, la Montagnola si sta disintegrando sotto le ruspe e gli scavatori in un modo che mette a rischio il suo futuro di serbatoio di naturalezza, in base a permessi che secondo il Comitato per la Salvaguardia della Montagnola Senese non dovrebbero essere rilasciati. E poi esiste la grande, importantissima questione della sicurezza sul lavoro.
“A Pagaccino, le scavatrici lavorano sull’orlo del baratro – sottolineano i rappresentanti del Comitato – I fronti di cava sono pressochè verticali mentre il Ministero per l’Ambiente consiglia fronti di 35 gradi, massimo 45 gradi. Una frana è già avvenuta ai primi di gennaio. I recinti sono risibili: un cacciatore o un animale possono facilmente cadere dall’alto dentro una cava. E poi c’è la questione dello scarico di materiale estraneo. Non vorremmo che rifiuti speciali finissero in un Sito d’Importanza Comunitaria o sopra un acquifero che fornisce l’acquedotto della città di Siena. Un rischio da non sottovalutare”. Il Comitato afferma anche: ”Il Rapporto Ambientale ci sembra generalmente molto debole, ripetitivo e riduttivo. Cita isolate specie di flora e fauna (senza recepire il contributo WWF sui chirotteri), ma non prende mai una visione globale di salvaguardia di habitat e di biodiversità, un problema gravissimo a livello mondiale. Il rapporto – continua il Comitato -non prende sul serio i vincoli ambientali che studiosi di ecologia hanno costruito faticosamente in decenni di ricerca e attività. I SIC e l’acquifero vengono “superati” per un’attivita’ impattante e distruttiva. Di questo passo, autorizzazione dopo autorizzazione, la Montagnola si trasformerà in una groviera di voragini, con disboscamenti totali, erosione del suolo, nubi di polvere, rumorosissime scavatrici e traffico di mezzi pesanti.”
Clicca qui per la fotogallery Una sola foto si riferisce ad una "vera" cava di marmi (quella di Molli) e ci sono dei bei parallelepipedi di marmo…