"I cittadini devono essere consapevoli che è un matrimonio da cui spesso non si può divorziare"
SIENA. “Da sempre – afferma Marco Casucci, Consigliere regionale della Lega – sono fermamente convinto che le tanto auspicate fusioni dei comuni, in questo caso riguardante le amministrazioni di Asciano e Rapolano Terme non siano assolutamente la classica panacea a tutti i mali.” “Concetto-insiste il Consigliere-che ho puntualmente espresso anche durante il recente incontro tenutosi ad Asciano, a cui ha partecipato anche Sauro Gambelli di Lega Asciano, poiché l’argomento non deve essere sottovalutato e, viceversa, monitorato sotto varie sfaccettature.” “La Lega ed il sottoscritto-sottolinea Casucci-pretendono che vengano ascoltati i cittadini, dato che siamo fermamente contrari ad annessioni che lederebbero fortemente la democrazia; bisogna coltivare l’interesse dei territori e non le classiche brame di potere dei politici.” “Inoltre-rileva il rappresentante del Carroccio-abbiamo espresso la nostra forte perplessità riguardo alla questione del nome “Crete senesi”che potrebbe avere ripercussioni negative sui comuni limitrofi; critichiamo, altresì, l’opzione che si è riservata il Pd di cambiare la stessa denominazione dopo il referendum(decisione poco rispettosa verso i cittadini).””Oltre a ciò-insiste Casucci-va rilevato che, per Legge, i contributi regionali ai comuni fusi in Toscana, possono essere proporzionalmente ridotti in caso d’insufficienza del fondo del bilancio destinato a questo capitolo, come è dimostrato da nostra interrogazione a cui rispose, l’anno scorso, l’Assessore Bugli.” “Insomma-conclude seccamente Marco Casucci-la tematica deve essere affrontata con cognizione di causa, studiando attentamente i pro ed i contro dell’operazione; i cittadini devono(tramite un adeguato processo partecipativo, in questo caso, in gran parte assente)infatti, essere consapevoli che è un matrimonio da cui spesso non si può divorziare, poiché la normativa vigente non consente, una volta avvenuta la fusione, di poter ritornare alla situazione originaria nei comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti.”