L'erba da tagliare, le siepi da potare per un minimo di decoro
CASTELNUOVO BERARDENGA. (a. p.) L’affaccio alla villa Chigi Saracini di Castelnuovo Berardenga, dalla parte del cancello della fontana è identico a ogni altro anno precedente: erba alta e secca intorno all’opera di Tito Sarrocchi, erba alta che da sotto il ponte si perde all’orizzonte.
Dall’altro cancello, dove si poteva vedere dominare l’edificio, causa siepe in via di fuga verso il cielo, si intravede appena la parte alta della costruzione.
Appena inizieranno le pioggie e le piante potranno rinfrescarsi e crescere, anche questa veduta verrà fatalmente oscurata.
Lo scorso anno, un manipolo di persone animate da buona volontà, ma provvisti anche di animo benevolo verso questa che più che una villa, pare un peccato originale, ben forniti di miscela, filo e decespugliatore, svestirono il giardino anteriore l’ingresso nobile e la gran parte del parco romantico, dall’intrepida malinconia dell’incuria.
La villa è il bene architettonico e storico più rilevante del borgo, la vista dai cancelli mette in luce, ai tanti turisti di passaggio che è più facile che un cammello passi dentro la cruna di un ago che si impugni un decespugliatore.