MONTERIGGIONI. 106mila litri erogati in 38 giorni dall’impianto inaugurato il 22 marzo a Castellina Scalo, così distribuiti: 49mila di acqua naturale a temperatura ambiente, 29mila fredda e 28mila di acqua gasata.
Le file di cittadini, spesso provenienti da altri comuni, già testimoniavano visivamente l’apprezzamento della popolazione per la Casa dell’Acqua, tanto che il sindaco Bruno Valentini ha promesso di realizzarne un’altra nella parte sud del territorio comunale, fra le frazioni di Tognazza e San Martino.
106mila litri corrispondono a 70mila bottiglie in plastica di acqua minerale da un litro e mezzo e ad un consumo di oltre un milione di litri su base annua. Le bottiglie di plastica sono derivati del petrolio, pesano circa 40grammi ciascuna e servono 2 chili di petrolio per fare un chilo di plastica per alimenti, pari a 25 bottiglie. Com’è noto, il consumo di acqua minerale è in forte crescita nel mondo e l'Italia si trova al primo posto per consumo procapite con 192 litri di acqua consumati nel 2006. Oltre all’impatto ambientale dovuto al fatto che il trasporto dell'acqua in bottiglia su lunghe distanze comporta forti consumi di combustibili, il consumo di acqua minerale comporta una spesa consistente. Considerando un consumo medio di 1.000 litri all'anno per una famiglia di tre persone ed un prezzo minimo di 25 centesimi per litro di alcune acque minerali naturali in commercio, la spesa per l'acqua minerale è di minimo 250 euro all'anno.
Pertanto in un anno, il ricorso alla Casa dell’Acqua di Castellina Scalo potrà soddisfare in proiezione il bisogno di acqua da bere di circa 1000 persone. Intanto sono stati effettuate le analisi sulla qualità dell’acqua distribuita, sia da parte dell’Acquedotto del Fiora che da parte della ASL, con buoni risultati. Rispondendo anche ad un preciso invito da parte del Consiglio Comunale, il sindaco Valentini si è impegnato ad apporre alla parete esterna della casa dell’Acqua le risultanze analitiche del Laboratorio Asl in modo da consentire anche a coloro che seguono diete particolari di valutare se l’acqua distribuita è idonea per loro. L’acqua del fontanello può essere bevuta nell’arco di più giorni dopo l’erogazione poiché il sistema utilizzato per la realizzazione dell’impianto tecnologico è basato sulla tecnica della filtrazione a carbone attivo granulare, mediante membrane polimeriche. L’acqua viene filtrata attraverso un “film” molto sottile, dove la dimensione dei pori è tale che non permette il passaggio dei microrganismi. La disinfezione che viene così ottenuta lascia inalterato tutto il patrimonio dell’acqua senza modificarne la struttura chimica e fisica.