Numeri pazzeschi per la due giorni di eventi nella cittadina termale. Standing ovation per Irene Grandi al termine del concerto
CHIANCIANO TERME. È stato un successo a dir poco clamoroso la prima edizione della Pop-Up Fest 2022 di Chianciano Terme, l’evento nato dalle branchie della celebre Festa della Musica dello stesso paese, stoppata nell’estate della pandemia e mai più ripresa in mano. La rassegna ha visto in tre punti focali – la cucina, la musica e le attività “collaterali” – i cardini principali di un qualcosa che ha ottenuto un risultato non inaspettato, ma di sicuro al di sopra delle aspettative. Già dal primo della due giorni, sabato 20 maggio, dalla Lezione di Yoga alla mattina all’ultimo dj set di Lapo della NumaCrew, la gente si è riversata all’interno del Parco Fucoli, con code anche di un’ora e mezza soltanto per arrivare a fare l’agognato scontrino alla cassa del ristorante; la giornata successiva poi, che ha avuto nel concerto di Irene Grandi – organizzato con il patrocinio del Comune – il suo punto massimo, è stata un continuo divenire di affezionati e fan, che hanno riempito un PalaMontepaschi vestito a nozze per l’esibizione e che hanno osannato l’esibizione cantante fiorentina con una standing ovation meritata e sacrosanta. Una formula corta, quella del solo weekend, che a posteriori si è dimostrata vincente, e che ha fatto vivere alla cittadina un momento che rimarrà incorniciato negli annali.
“Siamo davvero contenti – ha affermato il presidente dell’Associazione Culturale E20 organizzatrice dell’evento, Giacomo Benicchi -, non potevamo pensare di fare una due-giorni migliore di quella che effettivamente è stata. Il mio ringraziamento va innanzitutto ai nostri volontari, che sono stati i primi a infonderci coraggio nella scelta abbastanza improvvisata di creare qualcosa di grande praticamente in due mesi; hanno dimostrato per l’ennesima volta che l’unione di intenti può portare Chianciano ad oltrepassare il confine della normalità”.
“In cucina abbiamo fatto numeri da capogiro – continua Benicchi –, mettendo a sedere quasi millecinquecento persone in due giorni: abbiamo mantenuto lo standard della Festa della Musica pur non avendo il suo “marchio” ventennale, e questo ci ha fatto sorridere e tirare un sospiro di sollievo al termine della rassegna. La musica è rinata, sul palco e ai piedi di esso, durante e dopo i vari concerti. Abbiamo finito il cibo, la voce, i timpani: è stato meraviglioso”.