Il film si legge nella presentazione, è la storia a volte aspra, più spesso sorridente, di un lascito d’amore che inaspettatamente apre scenari imprevedibili e inquietanti.
E’ il racconto, intimo e bruciante, di un uomo che ritrova il padre in un territorio di confine dove nulla può la maschera inutile dell’esistenza.
E’ un filo narrativo che si dipana sapiente e lieve come la seta di un bozzolo di farfalla, tra le pieghe di un’indagine di polizia su misteriosi delitti compiuti da un serial killer tornato dal passato, le rivelazioni di un’organizzazione segreta in grado di ‘colonizzare’ anime e mondi e di un aldilà dove non si scherza. Tutt’al più si è spiritosi. E’, alla fine, la storia delle infinite esistenze tessute insieme nella trama di un arazzo universale il cui disegno resta sconosciuto.
Un vino, Caresse de Roi, è l’inaspettato lascito d’amore che il Professor Chenier dona come viatico di viaggio al figlio Vladimiro. Quale viaggio? E a quale scopo? Sarà una farfalla a guidare il cammino verso la zona vietata. Quella dei ricordi, quella dei segreti.
La trama
Vladimiro, assieme all’amico Amilcare, scopre nella cantina del padre morto un vino che ha il potere di condurre nell’aldilà, aprendo una porta che sembra a doppio senso di marcia. Nei loro viaggi di ‘esplorazione’, che diventano via via sempre più consapevoli, riportano in vita un inquietante serial killer. Morti violente e rituali misteriosi coinvolgono nel gioco un Dipartimento di Polizia deviato e un’organizzazione occulta che cerca di impossessarsi del segreto. I due protagonisti, affiancati da Lidia De Carolis, agente di polizia all’oscuro delle trame dei suoi superiori, si scontreranno con diversi personaggi, reali e surreali, affronteranno prove e acquisiranno informazioni, guidati nella soluzione dell’enigma dal padre di Vladimiro, il misterioso Professor Chenier, scienziato-vignaiolo beneficiario e benefattore del dono, il misterioso ‘Caresse de Roi’ capace di aprire ‘quella’ porta…
Thriller? Fantasy? Commedia surreale? Forse tutte e tre le cose insieme.
Butterfly zone è un racconto dichiaratamente poetico e sorridente, nonché profondamente mediterraneo, costruito attraverso una struttura e un sapore decisamente innovativo. Film dunque di sorriso e non di denuncia, di dubbi insoliti e di scoperti inganni.
Fin qui l'ufficio stampa. Al pubblico l'ardua sentenza.