
Una giovanissima ragazza albanese, di appena 15 anni, subiva ormai da tre mesi la “presenza” violenta del suo ex, un giovane suo connazionale, di 19 anni.
Tutto ha origine con la rottura del “fidanzamento” quando l’orgoglio ferito del giovane, col profilo da bullo, reagisce all’onta con la violenza tipica: botte, minacce, pedinamenti, agguati.
A nulla servono gli interventi della madre della ragazzina ed anzi, lei stessa, deve subire altrettante minacce, insieme alle altre due figlie, anche loro minorenni.
Ma non poteva essere altrimenti: già durante il fidanzamento lui si era dimostrato violento e manesco. Un “padre padrone” dallo schiaffo al cazzotto facile. Forse proprio per quel motivo la relazione finisce. La ragazza si è stancata di subire: nessuna delle sue compagne e amiche subisce lo stesso trattamento dai propri fidanzati e fidanzatini. Allora capisce che quel comportamento non può essere accettato e decide di chiedere aiuto.
La madre ha fiducia nella Polizia. Ha letto sui giornali e sentito in televisione che già in altre occasioni gli investigatori di Poggibonsi erano intervenuti efficacemente, ponendo fine alla persecuzione di altre donne. Perciò decide di rivolgersi al Commissariato.
I poliziotti, in breve tempo, d’intesa con il Dr. Marini della Procura della Repubblica, ricostruiscono la vicenda e, dopo aver acquisito elementi sufficienti, si rimettono alle decisioni della A.G. che, ritenendo l’indagato persona pericolosa e capace di reiterare tali comportamenti, dispone l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, immediatamente eseguita nella serata di ieri (11 febbraio) dagli stessi poliziotti che avevano svolto le indagini.
Dall’entrata in vigore dell’art. 612 bis del C.P., poco meno di un anno fal Commissariato ha denunciato ben 13 casi di stalking e per lo stesso motivo ha eseguito 3 arresti in flagranza.
Un dato che appare immediatamente rilevante se confrontato con il numero dei casi denunciati in tutta la provincia. Il fenomeno vede protagonisti indistintamente cittadini stranieri e italiani – questi ultimi spesso originari di altre zone della penisola -, la maggior parte dei quali afflitti da verosimili disagi economici e di integrazione: solo in rarissimi casi si è trattato di esasperazioni “sentimentali” per affetti non corrisposti o mal riposti.