Anche il mondo scientifico si schiera contro il progetto
di Annalisa Coppolaro
MURLO. Dopo gli eventi alluvionali di questi ultimi anni, che hanno colpito il territorio di Murlo con l’esondazione dei torrenti Crevole e Crevolicchio, il Consorzio di Bonifica 6 di Siena e il Comune di Murlo hanno proposto la realizzazione di ben 19 ”briglie” di cemento sul corso dei fiumi, un intervento che però non ha portato risultati sperati in altre zone d’Italia e che sicuramente porterebbero a una grave interferenza sulla realtà ambientale di due corsi d’acqua ricchissimi di flora, fauna e realtà geologiche rare.
Si sono schierati contro il progetto la lista Murlo Cambia (Manetti e Bianchi) al Comune di Murlo, associazioni come il WWF e molti nomi noti del settore come il geologo E. Tavarnelli, e la popolazione dal canto suo si è organizzata raccogliendo quasi mille firme contro il progetto, costituendosi in Comitato in questi ultimi tempi.
Una riunione svoltasi al Circolo Arci di Vescovado il 12 giugno ha visto la presenza di tanta gente e opinioni autorevoli per fermare questo progetto. E ora arriva una lettera piuttosto diretta di quattro docenti universitari del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena, Andrea Benocci, Leonardo Favilli, Sandro Piazzini, Giuseppe Manganelli, lettera indirizzata sia a Enrico Rossi presidente Regione Toscana che a molti altri dipartimenti della Regione, al sindaco di Murlo Fabiola Parenti, al Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud, alla Provincia ecc.
Il documento parte proprio dall’incontro del 12 giugno organizzato dal Comitato Amici del Crevole e sottolinea che ”sono stati invitati docenti universitari ed esperti del settore al fine di evidenziale il valore naturalistico (geologico, botanico e zoologico) dei torrenti Crevole e Crevolicchio che verrebbero fortemente danneggiati dalla realizzazione delle briglie e dagli interventi di profilatura previsti, alcuni dei quali già attuati in questi giorni” . La lettera prosegue evidenziando quanto i buoni valori delle acque e il basso tasso di antropizzazione del territorio con assenza di centri industriali e produttivi permettano ”la sopravvivenza di ungran numero di specie animali, molte delle quali di assoluto rilievo naturalistico e scientifico, in rarefazione a scala regionale, nazionale e globale, che rendono questa area di grandissimo interesse faunistico.” Il documento dei docenti ricorda quindi una lunga serie di specie animali come uccelli (il biancone, il falco pecchiaiolo, l’occhione e la magnanina), , varie specie di rettili, come il cervone, il colubro liscio e il colubro di Riccioli, e una farfalla poco comune in Toscana e in Italia , la Brenthis hecate. Poi vengono elencate specie di pesci, crostacei e insetti che stanno scomparendo ovunque, sottolineando:
Il documento parte proprio dall’incontro del 12 giugno organizzato dal Comitato Amici del Crevole e sottolinea che ”sono stati invitati docenti universitari ed esperti del settore al fine di evidenziale il valore naturalistico (geologico, botanico e zoologico) dei torrenti Crevole e Crevolicchio che verrebbero fortemente danneggiati dalla realizzazione delle briglie e dagli interventi di profilatura previsti, alcuni dei quali già attuati in questi giorni” . La lettera prosegue evidenziando quanto i buoni valori delle acque e il basso tasso di antropizzazione del territorio con assenza di centri industriali e produttivi permettano ”la sopravvivenza di ungran numero di specie animali, molte delle quali di assoluto rilievo naturalistico e scientifico, in rarefazione a scala regionale, nazionale e globale, che rendono questa area di grandissimo interesse faunistico.” Il documento dei docenti ricorda quindi una lunga serie di specie animali come uccelli (il biancone, il falco pecchiaiolo, l’occhione e la magnanina), , varie specie di rettili, come il cervone, il colubro liscio e il colubro di Riccioli, e una farfalla poco comune in Toscana e in Italia , la Brenthis hecate. Poi vengono elencate specie di pesci, crostacei e insetti che stanno scomparendo ovunque, sottolineando:
”E’ quindi evidente come la costruzione delle briglie in oggetto nonché gli interventi di riprofilatura avranno effetti devastanti sulla fauna di questo comprensorio, ben superiori a quelli che siverificherebbero nel caso fossero costruite in un’area naturalisticamente di minor pregio, con ripercussioni sulla sopravvivenza delle specie a livello locale, provinciale e regionale.” E di seguito si precisano i molti tipi e le specie faunistiche che più soffrirebbero di questo intervento, tra cui il granchio di fiume che è rimasto in pochissimi corsi d’acqua italiani, la salamandrina di Savi e rana appenninica, danni che verrebbero apportati dal prelievo idrico, dalle escavazioni in alveo, dal taglio della vegetazione riparia, dalla messa in sicurezza, dall’inquinamento che porterebbe alla frammentazione delle popolazioni, alla distruzione dell’habitat. La lettera dei quattro docenti si conclude sottolineando che ”la costruzione di briglie e la riprofilatura sui torrenti, oltre a rivelarsi del tutto inutili ed inefficaci,- se non dannosi – dal punto di vista della sicurezza idraulica, presentino carenze e incongruenze progettuali e una totale assenza di valutazioni di impatto ambientale…Pertanto, nell’interesse dell’ambiente e dei cittadini, si chiede che il progetto venga definitivamente accantonato”. La chiarezza del documento lascia quindi poche alternative: rimane da attendere la reazione delle varie parti interessate a cui la lettera è stata inviata. Aspettiamo con ansia.