FIRENZE. Comitati ambientalisi amiatini e assessori regionali di nuovo in attrito. Tutta colpa della geotermia e del diverso modo di intenderla. I primi come un "nemico" per la popolazione, i secondi come una risorsa energetica da sfruttare a vantaggio di tutta la Toscana.
Dopo l'incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Siena con l'Ordine dei geologi, a cui hanno preso parte i comitati ambientalisti sono tornate le polemiche che non potevano passare inosservate agli assessori competenti – Anna Rita Bramerini per l'energia e l'ambiente e Marco Betti per la tutela delle risorse idriche – che hanno prontamente replicato.
"Come Regione – precisano i due membri della Giunta regionale toscana – stiamo lavorando secondo un preciso programma, nell'interesse dell'Amiata e dei cittadini che la abitano, e stiamo rispettando gli impegni assunti, sia per ciò che riguarda lo studio commissionato all'Università di Siena, sia per la messa in funzione del piezometro per la misurazione dell'andamento della falda idrica. E' sinceramente sconcertante dover continuare a registrare le reiterate accuse dei comitati amiatini e soprattutto i loro numerosi tentativi di delegittimare l'autorevolezza, il rigore, le competenze scientifiche e l'indipendenza dell'Università di Siena (alla quale stavolta viene affiancata anche quella di Pisa) e dei suoi ricercatori. Inaccettabile appare poi il tentativo di condizionare i dirigenti dell'ateneo senese ai quali riconfermiamo tutta la nostra stima, invitandoli a concludere il proprio lavoro liberamente e senza lasciarsi influenzare da nessuno". "Registriamo – aggiungono i due assessori – che, almeno a parole, gli esponenti dei comitati affermino che non ci sono certezze circa gli effetti della coltivazione geotermica. Vogliamo puntualizzare che l'atteso studio dell'università di Siena, la cui consegna è imminente, non dovrà "certificare l'opportunità o meno di continuare la con la coltivazione geotermica", quanto fornire un'analisi scientifica della situazione, e rappresentare uno strumento indispensabile per tutti, in primo luogo Regione ed enti locali, utile per favorire una decisione in merito ai provvedimenti da adottare. Del resto era questo l'impegno preso al momento della sottoscrizione a Roma dell'accordo generale sulla geotermia. Anche le indagini che l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e l'Agenzia regionale di sanità stanno conducendo, vanno in questa direzione: fare chiarezza, approfondire scientificamente tutti gli aspetti del problema e fornire strumenti di valutazione utili a prendere decisioni necessarie".
Quanto all'installazione del piezometro, l'apparecchio in grado di fornire un monitoraggio in tempo reale della portata e di alcuni parametri qualitativi dell'acqua di falda, è imminente la pubblicazione del bando europeo da cui uscirà l'impresa vincitrice, quella che, dopo aver perforato per circa 600 metri in località Poggio Trauzzolo nel comune di Santa Fiora, installerà l'apparecchio, per un investimento regionale di oltre mezzo milione di euro.
L'Arpat sta invece proseguendo la sua attività di monitoraggio che riguarda la presenza di mercurio, acido solforico, arsenico e dal 2007 anche il radon. Quanto al monitoraggio del le sostanze come il boro e l'ammoniaca, per le quali la legge non prevede limiti, la campagna di Arpat inizierà dopo la firma dell'accordo attuativo con Enel, che è attualmente all'attenzione degli enti firmatari, come previsto nel protocollo del dicembre 2007.
Dopo l'incontro che si è tenuto nei giorni scorsi a Siena con l'Ordine dei geologi, a cui hanno preso parte i comitati ambientalisti sono tornate le polemiche che non potevano passare inosservate agli assessori competenti – Anna Rita Bramerini per l'energia e l'ambiente e Marco Betti per la tutela delle risorse idriche – che hanno prontamente replicato.
"Come Regione – precisano i due membri della Giunta regionale toscana – stiamo lavorando secondo un preciso programma, nell'interesse dell'Amiata e dei cittadini che la abitano, e stiamo rispettando gli impegni assunti, sia per ciò che riguarda lo studio commissionato all'Università di Siena, sia per la messa in funzione del piezometro per la misurazione dell'andamento della falda idrica. E' sinceramente sconcertante dover continuare a registrare le reiterate accuse dei comitati amiatini e soprattutto i loro numerosi tentativi di delegittimare l'autorevolezza, il rigore, le competenze scientifiche e l'indipendenza dell'Università di Siena (alla quale stavolta viene affiancata anche quella di Pisa) e dei suoi ricercatori. Inaccettabile appare poi il tentativo di condizionare i dirigenti dell'ateneo senese ai quali riconfermiamo tutta la nostra stima, invitandoli a concludere il proprio lavoro liberamente e senza lasciarsi influenzare da nessuno". "Registriamo – aggiungono i due assessori – che, almeno a parole, gli esponenti dei comitati affermino che non ci sono certezze circa gli effetti della coltivazione geotermica. Vogliamo puntualizzare che l'atteso studio dell'università di Siena, la cui consegna è imminente, non dovrà "certificare l'opportunità o meno di continuare la con la coltivazione geotermica", quanto fornire un'analisi scientifica della situazione, e rappresentare uno strumento indispensabile per tutti, in primo luogo Regione ed enti locali, utile per favorire una decisione in merito ai provvedimenti da adottare. Del resto era questo l'impegno preso al momento della sottoscrizione a Roma dell'accordo generale sulla geotermia. Anche le indagini che l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e l'Agenzia regionale di sanità stanno conducendo, vanno in questa direzione: fare chiarezza, approfondire scientificamente tutti gli aspetti del problema e fornire strumenti di valutazione utili a prendere decisioni necessarie".
Quanto all'installazione del piezometro, l'apparecchio in grado di fornire un monitoraggio in tempo reale della portata e di alcuni parametri qualitativi dell'acqua di falda, è imminente la pubblicazione del bando europeo da cui uscirà l'impresa vincitrice, quella che, dopo aver perforato per circa 600 metri in località Poggio Trauzzolo nel comune di Santa Fiora, installerà l'apparecchio, per un investimento regionale di oltre mezzo milione di euro.
L'Arpat sta invece proseguendo la sua attività di monitoraggio che riguarda la presenza di mercurio, acido solforico, arsenico e dal 2007 anche il radon. Quanto al monitoraggio del le sostanze come il boro e l'ammoniaca, per le quali la legge non prevede limiti, la campagna di Arpat inizierà dopo la firma dell'accordo attuativo con Enel, che è attualmente all'attenzione degli enti firmatari, come previsto nel protocollo del dicembre 2007.