"Il fatto che Pii parli sempre e solo dei “capi di partito” tradisce il suo modo di intendere il potere e i partiti, non il mio. Il PD non funziona così"
COLLE DI VAL D’ELSA. Il mio ruolo in questa campagna elettorale è stato “di servizio”, ovvero quello di mettere a disposizione del progetto Vannetti Sindaco la struttura del partito e le sue forze migliori, a partire da quelle più giovani.
Visto però che Piero Pii continua a parlare a me – e di me – sono obbligato a rispondere.
Come Pii sa perfettamente, io, anche volendo, non ho alcun potere di condizionamento su Vannetti, così come non ne hanno, né possono averne, gli altri dirigenti dei partiti locali che sostengono la sua candidatura.
Manager di rilievo internazionale, tesserato PD da due anni e solo all’indomani dell’elezione di Elly Schlein a Segretaria Nazionale, senza interessi professionali sul territorio, senza bisogni né ambizioni che la politica locale possa soddisfare, perché mai Riccardo Vannetti dovrebbe farsi manipolare dalle dirigenze politiche colligiane?
Il fatto che Pii parli sempre e solo dei “capi di partito” tradisce il suo modo di intendere il potere e i partiti, non il mio. Il PD non funziona così. Il PD colligiano sta cambiando, al passo di quello regionale e nazionale. Giovani e giovanissimi stanno trasformando il partito da dentro e alla luce del sole, tramite il dibattito e il confronto. Il mio ruolo non è certo stato di imporre la linea ai giovani, ma lavorare per un passaggio di testimone. Perché rinnovare non significa cancellare tutto, buttare via il buono e il cattivo. È mio dovere mettere a disposizione la struttura del partito e assicurarmi che sia in grado di sostenere una generazione davvero nuova, forte dei successi e degli errori del passato e, per questo, meglio attrezzata per cambiare, a ragion veduta.
Io so perfettamente di non appartenere a quelle nuove dirigenze. A differenza di Pii, io non mi sono mai definito “nuovo”. Infatti, a differenza di Pii, non mi sono candidato.
Invece Pii in cosa, esattamente, sarebbe “nuovo”?
Come gli è stato ricordato di recente dai candidati del PD – a cui non si degna di rispondere – non è nuovo né lui, né il modo in cui ha costruito la sua coalizione, né il modo in cui ha condotto la campagna elettorale.
Non è nuovo un politico che ha formato il suo modo di amministrare in piena Prima Repubblica, all’interno di un sistema che, in molti casi, ha covato mala amministrazione, opacità, abusi di potere. Prima di diventare “civico”, Pii è stato dirigente PCI, PDS, DS, ha ricoperto numerose cariche politiche, è stato nei Consigli di Amministrazione di gruppi bancari del territorio, ha fatto parte a tutti gli effetti di quel sistema di potere che ora tanto critica. A un certo punto della sua carriera non ha escluso di entrare in Forza Italia e, nei mesi scorsi, i rumors lo hanno dato più volte in procinto di allearsi con la destra cittadina. Oggi è civico. Ma non basta uscire dai partiti per smettere di fare accordi con i partiti, non basta il trasformismo per rifarsi una verginità politica.
La coalizione che sostiene Piero Pii vede la presenza di esponenti dei 5Stelle, di Azione, di Italia Viva. Il risultato elettorale suggerisce che non sia senza rapporti con Fratelli d’Italia e con il resto del centrodestra. Cosa sussurreranno a lui consiglieri e assessori con visioni della politica e della città opposte, ognuno con i propri interessi all’interno dei rispettivi partiti? Cosa c’è di nuovo in una classe dirigente così composta?
Nell’ultima tornata amministrativa, gli elettori di Casole d’Elsa, dove ha amministrato per 24 anni, hanno chiaramente dichiarato che è la sua coalizione che deve stare all’opposizione. Se è stato un amministratore così bravo, perché a Casole non lo vogliono più? Il nuovo per Colle, una città di quasi 22.000 abitanti, è quello che rifiutano a Casole, un Comune che, di abitanti, ne ha meno di 4.000?
Dal Teatro del Popolo, rivolgendosi ancora una volta, invece che al suo interlocutore Riccardo Vannetti, agli esponenti PD in platea, Pii ha urlato “Vi fa bene stare all’opposizione…”. Opposizione o maggioranza, ci fa bene rinnovarci, fare spazio al nuovo. Concordiamo sul fatto che Colle abbia bisogno di una nuova classe dirigente. Riccardo Vannetti è nuovo. Io no, e lo pseudo-civico Pii meno che meno.
Daniele Boschi
Segretario Unione Comunale
PD Colle di Val d’Elsa